Ladri in un bar di Grandate
Neppure gli spari li fermano

«Fermi, polizia!». Non è bastato neppure esplodere due colpi di pistola verso l'alto per fermare i malviventi che l'altra notte, pochi minuti prima dell'alba, hanno devastato la sala giochi di un locale in via Madonna del Noce. Idelinquenti si sono dileguati nel buio dopo avere portato via due apparecchi cambia moneta

GRANDATE «Fermi, polizia!». Non è bastato neppure esplodere due colpi di pistola verso l'alto per fermare i malviventi che l'altra notte, pochi minuti prima dell'alba, hanno devastato la sala giochi del bar Mirò, in via Madonna del Noce, a Grandate, poco oltre il cimitero del paese e poco prima della stazione delle Nord. Iladri si sono dileguati nel buio dopo avere portato via due apparecchi cambia moneta. Ci avevano già provato la scorsa settimana, nella notte tra giovedì e venerdì, ma erano stati messi in fuga da un sistema d'allarme piuttosto efficace, che - oltre a trasmettere un impulso alle centrali di vigilanza - in un pugno di secondi è anche in grado di saturare l'ambiente di fumo. Quello che non era riuscito la scorsa settimana è purtroppo riuscito l'altra notte: i malviventi sono penetrati dal retro, arrampicandosi su una finestra che si apre sulla rampa di un garage interrato. Una volta all'interno, hanno divelto i ganci che assicuravano le apparecchiature al muro e le hanno calate sulla rampa. È mancato tanto così che finissero tutti in manette. Perchéappena è scattato l'allarme, il titolare Carlo Introzzi, che riceve il segnale in casa, ha contattato il 113, una cui volante incrociava dalle parti di Fino Mornasco: «Sono stati velocissimi - racconta Introzzi - In poco più di un minuto erano già qui». In realtà, le auto dirottate a Grandate dalla centrale di viale Roosevelt erano due. La prima è quella arrivata a tutta velocità divorando asfalto sulla Statale dei Giovi, la seconda era stata mandata verso l'uscita dell'autostrada, a Lazzago, per chiudere una delle vie di fuga più plausibili. Quando il primo equipaggio è arrivato al Mirò, i ladri erano ancora lì. Gli agenti, in due, sono scesi e hanno aggirato l'edificio, individuando l'ombra di uno dei banditi vicino alla siepe che delimita la proprietà verso sud: «Fermi, polizia...». L'ombra si è gettata oltre la siepe, noncurante dei colpi: e due secondi dopo, il rombo di un altro motore, quello di un'auto che aspettava probabilmente al di là della proprietà, ha rotto di nuovo il silenzio. «Sono venuti anche gli agenti della scientifica - conclude - Ho consegnato loro le immagini del sistema di videosorveglianza. Mi auguro che abbiano registrato qualcosa». Durante il tentativo fallito la scorsa settimana, le telecamere avevano ripreso le sagome di più di un soggetto:il sospetto è che potesse trattarsi di una banda composta di più persone, «cinque o sei», conclude il titolare del bar. Idanni sono ingenti. Vetri rotti, pareti danneggiate dall'utilizzo di leve e piedi di porco. Manca una stima del bottino:di certo Introzzi è in grado di dire soltanto che in una delle due macchine cambia denaro c'erano circa duemila euro. Nell'altra chissà:sono apparecchi che cambiano sia moneta, sia banconote. E che possono contenere fino a decine di migliaia di euro.
<+G_FIRMA>Stefano Ferrari

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Eco di Bergamo Il bar rapinato