Grazie ai Sulutumana
Vitali "canta" i suoi libri
Gian Battista Galli stasera a Erba con lo scrittore: "Andrea ormai è quasi uno di noi. All'inizio ci aveva confessato di essere un cantante "da doccia", poi, andando in giro assieme, ha iniziato anche a canticchiare qualcosa in pubblico e, alla fine, è diventato una sorta di membro aggiunto"
Volumi dove la scrittura di Andrea s'intreccia con i dipinti e i disegni di Giancarlo Vitali dando vita a opere uniche. Il primo titolo è Tutti i Santi cui seguirà, appunto, 33 Re dal 18 maggio e per finire, dal 25 maggio, l'inedito Il postino.
I lettori potranno acquistare ogni volume a soli 7,80 euro oltre al prezzo del quotidiano.
Tornando al connubio con i Sulutumana, a un certo punto è nata anche una canzone con il testo firmato dallo scrittore che, però, per H1N1 ha attinto più alla sua professione di medico: si trattava, come si intuisce dal titolo, di un piccolo brano dedicato principalmente ai bambini, per illustrare il comportamento corretto per non ammalarsi.
«Andrea ormai è quasi uno di noi - commentava Gian Battista Galli - All'inizio ci aveva confessato di essere un cantante "da doccia", poi, andando in giro assieme, ha iniziato anche a canticchiare qualcosa in pubblico, poi ha affinato le doti da affabulatore e, alla fine, è diventato una sorta di membro aggiunto, viaggia sul furgone un po' schiacciato come noi quando siamo tutti, è una persona genuina e divertente come i suoi racconti».
Alla fine Pianoforte vendesi è diventato anche un audiolibro mollto particolare: in genere l'autore o un interprete si limitano alla lettura delle pagine.
In questo caso, invece, le canzoni sono parte integrante del racconto che, quindi, acquista una vera e propria colonna sonora assente sulla carta così come, nella collana, i disegni dell'altro Vitali non sono scindibili dalle parole.
A proposito di carte: il romanzo narra di un mazzo con 33 re, «re inutilmente fieri, re sconfitti, re senza arte né parte, re sfigati, re senza più corona, re al crepuscolo, re beoni, re che vivono di illustri ricordi, re che sono fuggiti per guadagnarsi la libertà e anche re che hanno capito in tempo e rinunciato al trono per tornare a fare gli uomini o per farlo per la prima volta».
Alessio Brunialti
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