Giunta via Sms e palazzo venduto
Adesso indaga la Corte dei conti

La vendita di una porzione di immobile dell'ex Intendenza di finanza di via Diaz, di proprietà comunale e ceduto durante una giunta straordinaria by night del 7 luglio 2008, è finita sul tavolo della Corte dei Conti. I giudici contabili hanno inviato mercoledì mattina una lettera con cui chiedono alla giunta di chiarire, entro 20 giorni, le modalità di vendita di quell'edificio.

COMO La vendita di una porzione di immobile dell'ex Intendenza di finanza di via Diaz, di proprietà comunale e ceduto durante una giunta straordinaria by night del 7 luglio 2008, è finita sul tavolo della Corte dei Conti. I giudici contabili hanno inviato mercoledì mattina una lettera con cui chiedono alla giunta di chiarire, entro 20 giorni, le modalità di vendita di quell'edificio. Il sindaco Stefano Bruni dovrà spiegare innanzitutto perché non è stata effettuata una gara pubblica, ma si è scelto di seguire la strada della trattativa privata. Su questo punto, si erano battuti Caradonna e Peverelli nelle giunte precedenti chiedendo a più riprese chiarimenti. E ancora perché la giunta del 7 luglio che diede il via libera (con i voti di Bruni, D'Alessandro, Veronelli, Gaddi, Gatto, Cenetiempo, Faverio) venne convocata in fretta e furia dopo le 23 e via sms. Gran parte degli assessori e pure il sindaco erano infatti allo stadio Sinigaglia per il concerto di Jovanotti finché lo stesso primo cittadino ha inviato tutti a spostarsi in Comune per la giunta "urgente" salvo poi ritornare allo stadio per il gran finale. Non solo. Da chiarire anche l'importo a cui è stata conclusa la vendita (535mila euro per 280 metri quadrati) per uno stabile in pieno centro storico. Ad acquistare il palazzo la società "Como 2006 srl" che ha due soci: la srl "Caprino" (di proprietà, al 50%, di Gabriele Cimadoro, immobiliarista bergamasco, deputato dell'Italia dei Valori e cognato di Antonio Di Pietro) e la srl "Dominus".
La vendita di una parte dello stabile era stata tra le motivazioni della mozione di sfiducia presentata contro l'assessore al Patrimonio Enrico Cenetiempo nell'ottobre del 2008. Mozione di sfiducia presentata da Luigi Bottone (allora Udc) e approvata dal consiglio con voto segreto (15 favorevoli, 12 contrari, una scheda nulla e una bianca; solo 5 consiglieri di opposizione hanno votato, gli altri sono usciti dall'aula). Cenetiempo è rimasto in giunta poiché il voto del consiglio non è vincolante su componenti dell'esecutivo e il sindaco gli ha rinnovato la fiducia lasciandolo al suo posto. Gi. Ro.

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