Nell'omicidio Brambilla
il mistero dei soldi spariti

Secondo il patrono di parte civile dal patrimonio della vittima mancherebbe circa un milione di euro, che Brambilla avrebbe affidato ad Alberto Arrighi, l'omicida

COMO Si torna a parlare di soldi. Perché nonostante i trent'anni di condanna con cui si è chiuso il primo grado della parabola giudiziaria di Alberto Arrighi (che tornerà presto davanti a un giudice, in appello), alcuni interrogativi restano ancora sul tavolo. A sollevare l'ennesimo è l'avvocato Fabio Gualdi, legale di parte civile, secondo il quale all'appello mancherebbe circa un milione di euro, soldi che la vittima dell'omicidio, Giacomo Brambilla, doveva avere affidato al negoziante di via Garibaldi, certo che, nei suoi armadi blindati (quelli per assicurare e proteggere le armi), il denaro sarebbe stato al sicuro più che nel caveau di una banca. Qualcosa è stato recuperato, ma sono briciole al cospetto della stima di Gualdi. Citando direttamente dalla sentenza: Arrighi «si è premurato di svuotare la cassaforte dell'armeria dove deteneva le somme di denaro e i titoli di credito di proprietà di Brambilla», poi ritrovati nella pizzeria del suocero. Poche decine di migliaia di euro, una parte ritrovata anche nell'appartamento di Arrighi.
Ma perché la vittima avrebbe dovuto "stivare" un milione di euro, come sostiene la parte civile, nel negozio di Arrighi. Secondo gli avvocati, si trattava di denaro contante e assegni circolari che Giacomo aveva prelevato dai conti correnti delle sue attività - le aree di servizio tra Como, Varese e Monza - temendo che, nel contenzioso in atto con Shell, la sua casa madre, qualche tribunale potesse prima o poi emettere un provvedimento cautelare per inibirgli l'accesso ai conti. Credibile? Credibile sì, anche perché il contenzioso con Shell era effettivamente in atto ma qualche interrogativo rimane comunque, a partire dalla totale assenza del benché minimo documento, per non dire ricevuta, della benchéminima pezza giustificativa. Se è vero che in negozio c'erano quei soldi - circostanza che probabilmente non potrà provarsi mai - significa che tra vittima e carnefice c'era più che un rapporto di amicizia, c'era un rapporto di totale e cieca fiducia.

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