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Sabato 23 Aprile 2011
L'umanità, dote di Karol Wojtyla
Un poster e un libro con il giornale
L'analisi del teologo don Agostino Clerici: "Giovanni Paolo II ha conquistato i cuori con la profondità del suo sguardo"
Non ho dimenticato lo sguardo di Giovanni Paolo II. Intendo proprio il momento in cui i suoi occhi si incrociarono con i miei, nel brevissimo incontro personale durante la visita a Como, il 5 maggio 1996. Credo proprio che quella fosse una sua caratteristica: guardare ciascuno come se fosse l'unico. Anche nella folla egli sapeva regalare a ciascuno la sensazione di essere stato guardato. E, a sua volta, si lasciava guardare in modo unico e personale. L'ostinazione con cui negli ultimi giorni della sua vita terrena cercava ancora di comunicare con la sua voce - ridotta ormai a poca cosa rispetto a quella con cui inaugurò il suo pontificato con il famoso «se mi sbaglio, mi corrigerete!» - è tipica dell'uomo che sapeva fare della sua stessa persona una parola. Chissà perché, ma tutte le volte che penso a questa indiscutibile qualità di Papa Wojtyla, mi viene in mente il giovane prete polacco che viveva le sue vacanze con i giovani in canoa e che, durante una di quelle escursioni, nel 1958, venne chiamato a Varsavia per comunicargli che era stato nominato vescovo ausiliare di Cracovia. Giovanni Paolo II è stato un grande Papa perché ha saputo prima di tutto essere uomo. Ha goduto e patito i legami familiari, ha amato il teatro e la letteratura, si è innamorato e ha allacciato profondi rapporti di amicizia, ha vissuto le difficoltà della sua patria. Mi si potrebbe obiettare che questo è normale. Purtroppo non lo è. Karol Wojtyla avrebbe potuto sposarsi e sarebbe stato un bravo papà. Si è votato al celibato e Dio ne ha fatto un ottimo Papa. L'umanità era la sua dote.
Non solo. Egli ha portato sul soglio di Pietro - ben più dei suoi immediati predecessori - l'intelligenza emotiva di cui la Chiesa tutta aveva bisogno. Si badi bene: non una banale emozionabilità (di cui, a dire il vero, sentiamo ormai la nausea!), ma l'intelligenza della realtà attraverso la lente del sentimento umano. Ricordo alcuni flash del suo lungo papato: il Papa che parla con i bambini polacchi e gioca con loro nascondendoli sotto il mantello; il Papa che urla contro i mafiosi nella valle dei templi ad Agrigento o denuncia in Brasile le violenze contro i meninos de rua stringendo a sé una di loro sotto una pioggia torrenziale; il papa che canticchia nei raduni con i giovani o si muove al ritmo della musica o fa girare l'ombrello (come allo stadio di Como); il papa che "scappa" dal Vaticano per andare a sciare sull'Adamello o passeggia per i sentieri di montagna incontrando escursionisti e contadini.
Qualcuno ha detto che Papa Wojtyla in questo modo ha conquistato gli uomini e le donne del mondo, anche quelli che poi se ne guardavano bene dal seguire i suoi insegnamenti, sempre improntati al Vangelo e alla dottrina della Chiesa - penso, ad esempio, alla sua enciclica sulla vita, ampiamente inascoltata. Non vorrei, però, che si intendesse questo fascino del Papa polacco alla stregua di un qualunque fenomeno di affabulazione mediatica. Non è alla superficie dell'emozione che Giovanni Paolo II ha saputo conquistare i cuori. Semmai, è proprio nella profondità di quel suo sguardo che sapeva andare oltre gli occhi, in un incontro mai seriale, pur ripetuto in milioni di esemplari per un pontefice che ha viaggiato più di tutti in un papato tra i più lunghi. Anche quando il vecchio Papa malato trasformò la finestra di una stanza d'ospedale nel suo "Vaticano III" (come egli stesso definì il Policlinico Gemelli), la radice della sua umanità profonda va sicuramente cercata lontano, nella capacità di onorare i doni della grazia di Dio con una sapienza incarnata nel coraggio delle azioni, nella serietà delle relazioni, nella tenacia dello studio. In una parola, nella responsabilità dell'amore.
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La figura straordinaria di Giovanni Paolo II è protagonista di due iniziative del nostro quotidiano: un libro e un poster. Da giovedì 28 aprile, le edizioni de La Provincia, La Provincia di Lecco e La Provincia di Sondrio avranno in abbinamento il volume "Giovanni Paolo II. Il ritratto di un pontefice" di Marco Tosatti, con fotografie di Gianni Giansanti (Edizioni White Star). L'opera offre un profilo ricco di sfumature inedite di Wojtyla, dalla sua elezione al soglio pontificio, nel 1978, alla morte, nel 2005. Attingendo nella memoria e nella cronaca, il volume mostra senza reticenze e pudori il volto ufficiale e il volto umano di uno dei più grandi papi della storia, al cui capezzale sono sfilati tutti i potenti della Terra e la cui scomparsa ha segnato profondamente la coscienza e lo spirito di ogni individuo di fede. Una testimonianza illustrata di un grandioso pontificato e al contempo un omaggio al Papa che ha interpretato nel modo più coinvolgente il ruolo di ambasciatore del messaggio evangelico nei decenni più difficili della storia moderna. I lettori potranno acquistare il volume a € 10,80 + il prezzo del quotidiano. In occasione della beatificazione del 1° maggio tutte le quattro edizioni del quotidiano (La Provincia, La Provincia di Lecco, La Provincia di Sondrio e La Provincia di Varese regaleranno ai propri lettori un'immagine di Giovanni Paolo II. In particolare l'inserimento nel giornale avverrà secondo il seguente calendario: il 28 aprile ne La Provincia di Como; il 29 aprile uscirà ne La Provincia di Lecco-Sondrio-Varese.
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