"Bene il verde sul lungolago
Ma si può mettere erba vera"

«L'alzata di scudi degli architetti sul verde del lungolago non mi sorprende. Agli architetti non piace il verde, né sintetico né vero, ma ampie lastricature e piazze marmoree». Per Angelo Vavassori, agronomo e componente della Commissione paesaggio del Comune di Como, il lungolago a verde sarebbe perfetto. Ma con erba vera

COMO - «L'alzata di scudi degli architetti sul verde del lungolago non mi sorprende. Agli architetti non piace il verde, né sintetico né vero, ma ampie lastricature e piazze marmoree». Angelo Vavassori, agronomo e componente della Commissione paesaggio del Comune di Como, interviene nel dibattito sollevato dal progetto per la riapertura della passeggiata, presentato dalla società Young Boys di Gianluca Zambrotta e approvato dalla Giunta comunale. Non solo, Vavassori offre al calciatore un assist se non per fare gol (dopotutto Zambrotta è un difensore) almeno per dribblare le polemiche scatenate dalle scelta di stendere davanti al lago un tappeto di erba sintetica. «È una soluzione forzata, fuori misura e non adeguata», aveva detto il presidente dell'Ordine degli architetti Angelo Monti. Vavassori è di altro avviso: «Benché quello proposto sia sintetico - scrive l'agronomo -, che a due metri di distanza non si capisce se sia finto o vero, direi che il progetto cosiddetto di Zambrotta è la prova generale di come sarebbe il lungolago con il verde vero». «Ritengo - aggiunge - che nel progetto proposto ora si possano inserire degli elementi migliorativi di verde vero soprattutto sul lato della doppia fila di alberi». Pensa a delle «aiuole». E ritiene che si possa fare anche «in un contesto di provvisorietà». Vavassori cita ad esempio il progetto con cui ha vinto il primo premio alla recente manifestazione Euroflora 2011, che si è svolta a Genova dal 21 aprile al 1° maggio: «Era una allestimento provvisorio e di verde vero». Per il lungolago, Vavassori suggerisce «una giusta combinazione di verde sintetico (sulle aree gioco) e  vero (per l'arredo urbano)». Il problema d'impatto, a suo parere, sarà semmai costituito dai cartelloni pubblicitari: «Molti impianti sportivi sono realizzati in erba sintetica, ma quanti se ne accorgono?» osserva. «Peraltro - continua - le enormi vasche sotto il lungolago non consentono che verde sintetico. In alternativa si deve alzare il livello del suolo di alcuni centimetri per fare verde pensile come sulle nostre case». Un problema che, comunque, potrebbe essere affrontato e risolto anche per inserire sprazzi di flora viva nel "progetto Zambrotta", atteso al debutto l'11 giugno. «Tutto è possibile, anche in tempi brevi. Basta volerlo», rimarca Vavassori. Ciò su cui l'agronomo non ha dubbi è che Como sia una città troppo cementificata, che ha bisogno di più verde per tornare "a misura d'uomo". «Non è che gli "esperti"  architetti temono la domanda di verde sul lungolago, quando loro prevedono tutt'altro? Infatti, nemmeno il progetto che ha vinto il concorso di idee prevede del verde, se non piccole aiuole». «Ai comaschi non piace il verde», chiosa Vavassori. Ma a tutti, o solo a una minoranza? Un altro dibattito è aperto.
Pietro Berra

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