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Martedì 10 Maggio 2011
Arosio, commercialista nei guai
L'accusa: appropriazione indebita
La professionista avrebbe incamerato il denaro che tre suoi clienti le avevano affidato per saldare i propri conti con il fisco
La professionista è accusata di essersi indebitamente appropriata di denaro che tre suoi clienti le avevano affidato per saldare i propri conti con il fisco negli anni 2007 e 2008. L'esito dell'indagine, condotta dal sostituto procuratore della Repubblica Maria Vittoria Isella, è anche il frutto di una serie di accertamenti tecnici e contabili eseguiti dagli uomini della guardia di finanza di Erba. L'episodio più grave dei tre che vengono contestati all'indagata riguarda un ammanco di 133mila euro che la Rota aveva ricevuto dal titolare di una ditta di autotrasporti canturina, suo cliente, per saldare le imposte degli anni 2007 e 2008: si trattava di assegni e bonifici che non finirono mai nelle casse dello Stato. Gli altri due casi ricostruiti dalla Procura riporta a una piccola azienda di Arosio specializzata nell'abbigliamento e a un contribuente di Carugo: nel primo caso la Rota avrebbe omesso di versare 23mila euro tra Iva e contributi (siamo ancora nel biennio 2007 e 2008), mentre per il contribuente di Carugo mancò di versarne 5300. Il quadro delle accuse si completa con una aggravante di abuso del rapporto di prestazione d'opera e, in relazione alla ditta di autotrasporti canturina, con una accusa di falso:secondo la Procura della Repubblica la commercialista di Arosio avrebbe anche alterato il contenuto di una scrittura privata arrivando addirittura a falsificare la firma del legale rappresentante della società, il tutto per produrre una memoria destinata a una udienza di un procedimento che i suoi stessi clienti avevano promosso. Ora l'indagata ha a disposizione i canonici venti giorni per convincere la Procura della propria innocenza, presentando memorie o chiedendo di essere interrogata. Al termine dei venti giorni il pm deciderà se richiedere il processo o se optare per una archiviazione.
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