Una macchia di colore
E l'abito si fa capolavoro

Riprendendo la vecchia tecnica "tie and bye", torna in auge un vecchio sistema per dare un colpo di colore ai vestiti. Ora usato su capi couture, danno una svolta estetica che permette di rievocare atmosfere e sperimentare nuovi cromatismi

Nei Sessanta gli hippies macchiavano di colore i loro vestiti per esprimere anche esteticamente la loro ribellione. Con una tecnica rudimentale, chiamata “tie and dye”, di origine peruviana. Nel ‘500 sono stati infatti loro i primi ad annodare e tingere i tessuti, ottenendo sofisticati disegni e sfumature.
Allora il procedimento veniva fatto a mano, adesso è stato ripreso industrialmente su abiti couture, destinati al Gotha femminile. Vedi i candidi modelli firmati Balmain, che sembrano spruzzati di vernice nera da un maldestro imbianchino.
Macchie casuali sui capi e accessori Cacharel, le cui fantasie rimandano alle sperimentazioni cromatiche. Proenza Schouler, Max Azria e Richmond sembrano invece aver frullato le loro mises da giorno e da sera in una lavatrice impazzita. Colate indefinite per Alexander McQueen, Emilio Pucci e Jil Sander, profeti del nuovo look effetto used.
Serena Brivio

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Eco di Bergamo Macchie di colore