Coni: sporco e sciatto
il campo di Como va in malora

Tu chiamala, se vuoi, sciatteria. E anche non volendo, è sciatteria lo stesso. Stiamo parlando del campo Coni di via Belvedere a Como e del disastro dovuto alla trascuratezza, all'abbandono, all'assenza di amor proprio che il Comune - proprietario dell'impianto - dimostra. Basta metterci piede senza frequentarlo per notare le troppe cose che non vanno.

COMO Tu chiamala, se vuoi, sciatteria. E anche non volendo, è sciatteria lo stesso. Stiamo parlando del campo Coni di via Belvedere e del disastro dovuto alla trascuratezza, all'abbandono, all'assenza di amor proprio che il Comune - proprietario dell'impianto - dimostra. Basta metterci piede senza frequentarlo per notare le troppe cose che non vanno. Spazzatura abbandonata nei cestini («È lì da almeno tre settimane» ci dicono), un cancello divelto e mai rimesso sui cardini, sedie e tavolini in plastica rotti, frantumati... Per non parlare degli spogliatoi utilizzati da atleti e da semplici appassionati che godono della struttura turandosi il naso, non per modo di dire. Una trasandatezza che coccia con la vitalità degli sportivi che lo frequentano. Ci sono i bambini delle squadre di rugby, con le pettorine gialle e un sorriso che va da un orecchio all'altro pure quando finiscono per terra e sono calpestati dai compagni. C'è la coppia che fa jogging sotto i pini e poi prosegue per la Valbasca. Ci sono soprattutto i ragazzi che fanno atletica, con i loro istruttori, che da anni frequentano il centro raccogliendo medaglie e prestigio per la nostra città. E qual è il premio loro riservato? Sporcizia e degrado. Se infatti non pensassero in proprio a sistemare con buona volontà le magagne peggiori, nessuno farebbe nulla. «Vede quei tavolini e quelle sedie di plastica verde, tutti rotti? - dice un bancario che a fine giornata passa al campo per una corsa - Il Comune li ha fatti portare qualche settimana fa, per non so quale manifestazione. Poi nessuno è venuto a ritirarli, li hanno abbandonati qui, al vento e al sole, sotto la pioggia. I risultati si vedono. Uno spreco insensato, che grida vendetta». E vendetta gridano anche gli spogliatoi, di cui abbiamo scritto prima. Pareti scrostate, nessuno li imbianca da una vita, c'è puzza di muffa. Gli armadietti sono vecchi, tutti arrugginiti. Dei vari bagni, soltanto due sono funzionanti, ma emanano cattivo odore e ci vuol del coraggio per usarli. Idem le docce. L'acqua che esce è poca, non si può regolare, in inverno prima che arrivi quella tiepida occorrono cinque minuti d'orologio. Tanto vale farsene una ragione e per lavarsi tornarsene a casa propria. Domani e domenica, proprio lì, al campo, ci saranno i campionati di atletica. «Speriamo che prima almeno svuotino i cestini della spazzatura» dice un'istruttrice, esasperata.
Giorgio Bardaglio

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Eco di Bergamo Degrado al Campo Coni