Vieni avanti creativo
E la piazza si colora

I ragazzi si sono sbizzarriti, tra tele dipinte, danza del ventre, sirtaki, hip hop e giochi da tavolo in piazza. La giornata della creatività è stata un successo per i ragazzi ed è piaciuta anche ai passanti

COMO A leggere l'asettica e burocratica lettera indirizzata dall'Ufficio scolastico regionale per la Lombardia ai dirigenti scolastici degli “istituti di istruzione secondaria di II grado - statali e paritari”, ai docenti referenti, agli studenti rappresentanti della Consulta nonché all'assessore comunale alle politiche giovanili Maurizio Faverio, la «Giornata provinciale dell'arte e della creatività studentesca in Como» sembra ridursi a un elenco di prescrizioni d'orari e di limitazioni del “danno” nei confronti della città: vi si legge, tra l'altro «l'esigenza di favorire lo svolgimento contemporaneo di più iniziative in spazi limitrofi, impone la necessità di contenere le emissioni sonore e concentrare gli spettacoli in un unico concerto in viale Cattaneo. Non possono quindi essere previste attività meramente musicali in altro luogo della città: sarà possibile solo musica di accompagnamento indispensabile allo svolgimento di altre iniziative (danza, teatro, ecc.) e comunque a volumi compatibili con il luogo di svolgimento». Per fortuna la scuola è maestra di vita e la necessità è madre dell'invenzione (Platone docet) e, così, gli studenti riescono a divertirsi e a esprimersi liberamente uscendo ben oltre i confini imposti senza, peraltro, arrecare danno o disturbo alcuno:  il «Rap futuristico» di Fabri Fibra, del resto, è indispensabile per il corretto svolgimento di un numero di danza hip hop (come per dire a chi ha scritto quel papiro «Tutti si divertono tranne te, tranne te, tranne te...»). Bastava guardare le facce divertite dei passanti di fronte alle evoluzioni ginniche delle ragazze della Ciceri a Porta Torre, danza del ventre compresa, oppure osservare la reazione ai passi di sirtaki (sull'immortale “Danza di Zorba” di Moustaki) di fronte al colonnato del Volta, in quello che poteva apparire, a prima vista, soprattutto come un “toga party” particolarmente ben riuscito. Si sanno divertire con intelligenza, questi ragazzi, sanno approfittare di un'occasione come questa per mettersi in mostra senza strafare, per esprimersi «ciascuno secondo i propri mezzi e le proprie capacità». Cosa c'era da vedere di bello? All'assessore Faverio, complice la passione per i motori, è piaciuta la Willys del 1942 rimessa a nuovo dagli allievi dell'Ipsia Da Vinci e esposta in via Maestri Comacini: si tratta di una delle primissime jeep, in dotazione all'esercito Usa durante la II Guerra Mondiale a cui assegniamo volentieri un terzo posto. La medaglia d'argento va sicuramente alla doppia installazione nella corte del Broletto, realizzata dagli studenti del liceo artistico Melotti di Cantù merita una delle medaglie: da una parte rielaborazioni anamorfiche di «Capolavori del XX secolo» (opere di Matisse, Dalì, Picasso, Haring e altri ancora) realizzate con materiali di recupero. Di grande impatto, in un'altra sezione «Apoteosi del gran rifiuto», figure umane create rispettando le misure antropometriche dell'autore.
Ognuno ha rifatto se stesso, insomma, in collaborazione con la scuola d'arte di Budapest. Il primo posto va, a pari merito, al Volta e alla Ciceri perché in via Cesare Cantù hanno aggregato un numero impressionante di giovani e di comaschi passando dai quiz sull'Unità d'Italia in camicia rossa garibaldina ai citati numeri ginnici e danzerecci, con tanti piccoli banchetti che andavano dal sostegno per l'istruzione in Zambia al «Manifesto della secessione voltiana»: «Siamo ormai stanchi di un mondo in cui schiere di scientisti si fanno profeti di verità. Oggi l'arte è un orpello di cattivo gusto e il suo messaggio diventa ogni giorno più flebile e nebuloso. Questa società post-moderna ci rende sempre meno accessibile l'autentica natura delle cose. Noi rispondiamo a questa progressiva perdita di consapevolezza riassumendo sulle nostre spalle quello che da sempre è stato il compito degli artisti: cercare la purezza e mettere in luce la verità». Mettere in luce la verità... Auguri, ragazzi.
Alessio Brunialti

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