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Martedì 31 Maggio 2011
Utili reinvestiti in ricerca e personale
Copiamo i tedeschi e cresciamo
Per Ivan Parisi e per la sua azienda il 2008 avrebbe dovuto essere l'anno del vero salto in avanti per fatturato e risultati, una vera pietra miliare che avrebbe cambiato il futuro. Alla Eutro Log srl, società canturina di engineering nata nel '98 dalla fusione di altre due aziende, in quell'anno erano arrivati ordini importanti e di lunga durata, soffocati sul nascere dalla scure della crisi economica. Ma Parisi aveva un asso nella manica.
Tutto ciò osando parecchio soprattutto, racconta Parisi, «quando per entrare in nuovi settori ci presentavamo alle imprese per illustrare il nostro lavoro. Il bello – dice divertito – arrivava quando, dopo aver catturato l'attenzione del potenziale cliente, lui ci chiedeva l'unica cosa che gli interessava, ossia di mostrargli cosa avevamo già fatto nel suo settore. Che per noi era, appunto, un nuovo settore». Ansie superate, ora che i settori la sua azienda li copre praticamente tutti. E a proposito di alimentare, la Eutro Log è anche l'azienda che ha allestito tutto l'impianto di distribuzione del cioccolato, dalla materia prima al prodotto finito, all'interno della nuova sede della Icam, a Orsenigo. Quella di Parisi è la storia di un successo raggiunto con una dedizione totale al progetto d'impresa e con la scelta, difesa anche a costo di accese discussioni coi soci, di non distribuire mai gli utili bensì di reinvestirli continuamente per attrezzature, risorse umane e ricerca. La piccola azienda di Cantù, iscritta all'Api di Como, ha fatto molta strada da quando, agli inizi degli anni Novanta, aveva un altro nome e faceva impianti elettrici per capannoni industriali: «abbiamo capito per tempo – dice Parisi – che quello era un settore inflazionato e nel '99-2000 abbiamo percorso il mondo della robotica industriale». Non è stato facile, bisognava cambiare tutto, dalla formazione all'assunzione di responsabilità verso i nuovi costi. E poi lo scotto da pagare per qualche inesperienza, per qualche cliente sbagliato, per qualche difficoltà finanziaria. Acqua passata, ora i clienti Parisi se li sceglie e i migliori, con cui ha accordi di lavoro stabili, oggi li può chiamare partner. Si tratta delle multinazionali tedesche che fanno alta formazione ai suoi numerosi ingegneri e che hanno sede in quella Germania con cui Parisi ha un rapporto sempre più forte. Fino al punto da riuscire a proporre impianti in Germania ad aziende tedesche, entrando in concorrenza anche con qualche blasonata azienda del posto.
«Anche i tedeschi – dice – soffrono la crisi per la perdita di margini, perchè i clienti dell'Est hanno problemi di liquidità, perchè non trovano materie prime oppure se le trovano costano troppo. Ma non si piangono addosso, fanno investimenti a cinque anni. E un'equivalente impresa italiana troppo spesso non la pensa così».
Maria G. Della Vecchia
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