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Giovedì 02 Giugno 2011
Case delle escort a Como
Via i sigilli da quattro alloggi
I giudici del tribunale del riesame di Como tolgono i sigilli ad alcuni degli appartamenti sequestrati nel blitz contro la casa delle escort di via Carso. I magistrati comaschi hanno parzialmente accolto il ricorso presentato dai legali di Elsa Pircher, la 73enne amministratrice della società proprietaria degli undici appartamenti e del box del residence nel quale, due settimane e mezzo fa, i finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Como hanno fatto irruzione.
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L'udienza nella quale i legali della legale rappresentante della società proprietaria degli alloggi si è tenuta martedì, ma soltanto ieri i giudici hanno sciolto il riserbo e disposto il dissequestro di tre miniappartamenti e del box. Di fatti i giudici hanno tolto i sigilli a quegli alloggi all'esterno dei quali non erano state piazzate le telecamere da parte dei finanzieri, impegnati in un'inchiesta nella quale si contestata il reato di favoreggiamento della prostituzione. Nel corso del blitz erano finiti in cella la stessa Pircher e Giuseppe Giani, 64enne di San Fermo considerato negli atti dell'inchiesta quale «gestore di fatto delle attività connesse alla casa albergo». A entrambi, pochi giorni dopo l'arresto, lo stesso giudice che ha firmato la custodia cautelare in carcere ha concesso i domiciliari. I due indagati sono tuttora ai domiciliari, anche se non sono escluse istanze da parte degli avvocati difensori per chiedere la remissione in libertà. Sotto inchiesta - tra gli altri - anche l'imprenditore Giorgio Rebai, protagonista di un'intercettazione telefonica dai contenuti ritenuti lampanti - nell'ottica dell'accusa - per la contestazione dei reati.
Giorgio Rebai a un amico che chiedeva un appartamento per una coppia di conoscenti, dice: «C'è i monolocali, là di via Carso». E l'amico: «Ma sono pieni di p.... anche...». Rebai: «Eh... un po' e un po', dipende. Vanno e vengono».
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Como, nuovi sequestri nella casa delle escort