Maturità: studenti comaschi
spiazzati dai temi d'italiano

Tutti gli intervistati alla fine della prima prova hanno espresso sorpresa, e in qualche caso sconcerto, perché tra gli argomenti d'esame non hanno trovato il 150° dell'Unità d'Italia, Carol Wojtyla e Dante, i tre dominatori assoluti del tototema

COMO I maturandi devono rassegnarsi: anche al ministero dell'Istruzione hanno Internet e, quindi, non c'è come azzardare previsioni sulle tracce nei siti studenteschi per essere sicuri che quei temi non usciranno.
Parrebbe ovvio, eppure ieri tutti i ragazzi comaschi intervistati alla fine della prima prova hanno espresso sorpresa, e in qualche caso sconcerto, perché tra gli argomenti d'esame non hanno trovato il 150° dell'Unità d'Italia, Carol Wojtyla e Dante, i tre dominatori assoluti del tototema, un gioco che negli ultimi tempi ha appassionato persino i sondaggisti. Ma pare si siano divertiti di più al ministero a spiazzare le attese: al posto dell'Unità nazionale, il tema storico ha proposto una riflessione sugli anni Settanta, a partire da una frase di Hobsbawm sul disfacimento dell'Africa, dell'Urss e delle nazioni socialiste dell'Europa; per l'analisi del testo non è stato scelto un brano dantesco, bensì «Lucca», una delle poesie più belle, ma anche più complesse e meno popolari, di Giuseppe Ungaretti; del papa "santo subito" neanche l'ombra. Per fortuna (e per la salvezza di molti maturandi), il ministero ha rispolverato un personaggio che in vita ha aspirato a tutto (e di tutto), fuorché alla santità: Andy  Warhol. La sua celebre previsione («Nel futuro ognuno sarà famoso per 15 minuti») è stata suggerita come punto di partenza per una discettazione «sul concetto di “fama” proposto dall'industria televisiva  o diffuso dai social media». Gettonatissima anche l'altra traccia salvagente: «Siamo quello che mangiamo?». L'ennesimo tema attesissimo, il nucleare, è stato sfiorato da una delle tracce, quella su Enrico Fermi, ma i riferimenti alle "interazioni deboli" e alle "reazioni a catena con uranio e grafite" hanno indotto i meno avvezzi alle scienze dure, che anche nella città di Volta sono la stragrande maggioranza, a tenersi alla larga da questo argomento.
«I temi proposti erano tutti belli», commenta l'assessore provinciale all'Istruzione, Achille Mojoli, fuori dal «Pessina». Già, ma se lei fosse dentro, al posto di uno dei ragazzi che sta sostenendo la prova, quale traccia avrebbe scelto? «Mi sarei orientato verso quella di ambito artistico-letterario su "Amore, odio e passione", oppure su quella economica "Siamo quello che mangiamo?": la spesa a chilometri zero, i prodotti biologici sono anche il futuro del nostro territorio...». «Ma alla fine - aggiunge l'assessore - avrei scelto la traccia sui giovani e la militanza politica, perché per me la politica è stata una grande passione fin delle superiori (Mojoli ha frequentato il Setificio, ndr), quando ero iscritto a Gioventù liberale».
Dall'Ufficio scolastico territoriale, dove è insediato il pool che presiede al regolare svolgimento degli esami di Stato, hanno seguito la giornata senza particolari patemi. «Tutto regolare», assicurano. Sono anche riusciti a sostituire tutti i docenti (ben 52 commissari e 8 presidenti) che si erano dati malati. Forte il sospetto che dietro l'epidemia ci sia l'incertezza del compenso, già ritenuto poco adeguato (399, 911 e 1249 euro rispettivamente per i commissari interni, esterni e per i presidenti con una tassazione media del 27%). «Quest'anno è stato fatto un passo avanti - spiega Antonio Scauzillo, direttore amministrativo del Pessina - perché l'indennità verrà corrisposta direttamente dal ministero, assieme allo stipendio. Quindi, i commissari non dovranno più aspettare mesi o anni. Il problema è che al momento sono stati stanziati duemila euro per ogni commissione, ma ne servirebbero 5-6mila. Ne consegue che, nella busta paga di agosto, sarà liquidato solo un acconto pari a circa il 40%».

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