A Como i saldi partono a razzo
E i negozianti vedono la luce

Auto in colonna, posteggi pieni e gente in coda per fare shopping fin dal mattino. I commercianti: "Con i ribassi facciamo il 20% del fatturato di un anno"

COMO - Auto in colonna nelle vie di ingresso alla città già alle 9 e mezzo del mattino. Clienti in coda per entrare nei negozi già dalle 9. Posteggi quasi introvabili. Tutte le vie del centro piene di gente con qualche sacchetto in mano e la testa girata verso le vetrine. Senso di euforia generale. Tutti segnali di una chiara sindrome che prende il via con la stagione dei saldi. Era proprio questa la spiegazione a tutto il caos della città che sommava il traffico di un normale sabato di mercato, al flusso dei turisti del primo sabato di luglio, alla prima giornata di sconti.  Dopo gli ultimi giorni di negozi vuoti e tutti ai lidi o in spiaggia (ancora peggio a Milano dove veniva segnalato un clima di desolazione totale), c'è stata l'inversione di tendenza. Prima lo shopping, dopo il sole e la piscina. «È stata una partenza con il botto -, commenta Giansilvio Primavesi, presidente dell'Unione commercianti -. Da quanto mi hanno detto amici e associati c'è stato l'assalto di clienti che sapevano cosa cercare e si sono presentati al primo giorno. Del resto, dopo tutta la pioggia di giugno e lo stop allo shopping di questi giorni in attesa dei saldi, i negozi sono ancora pieni e c'è un bell'assortimento». Per capire quanto influiscano i saldi sul fatturato finale degli esercenti sono stati portati avanti alcuni studi di settore. «Negli ultimi anni i saldi hanno inciso per il 15-20% del fatturato - spiega Primavesi -. Quindi circa un quinto e in effetti se si pensa che sono quattro mesi all'anno è una cifra congrua. Qualche anno fa erano addirittura il 28%del totale e non andava bene. Perché è ovvio che se su 100 vendo 10 in saldo è un conto, ma che se su 100 vendo 30 in saldo è un altro. Poi sono finiti i tempi dei fondi di magazzino, ora si salda tutta merce di stagione». Anche Andrea Monti di Agiemme dice «che i soldi non si fanno con i saldi, a meno che non si parli di stock house che ritirano gli invenduti degli anni prima per pochi soldi e quindi possono vendere tutto a prezzi stracciati.Qui stiamo parlando dei negozi tradizionali che saldano merce di stagione, altro che resti di magazzino. Diciamo che i saldi fanno media. Di sicuro questo non è l'anno degli affari. La gente ha pochi soldi. E finché non riprende l'industria, non riprende l'economia e la situazione di stallo prosegue, anche per la politica». Per quanto riguarda il target giovane, Fabio Peloia, che ha un concept store Concept 1 in via Rusconi dice: «Considerato il notevole flusso di clientela e nuove collezioni, fatto 1000 il fatturato di un anno, i saldi lo vanno a coprire per circa il 10%. Io comunque, nonostante la tshirt sia un prodotto continuativo quattro stagioni, propongo stagionalmente i saldi canonici che variano dal 20 al 50%».
Anna Savini
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Eco di Bergamo Saldi a Como