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Martedì 05 Luglio 2011
Como, pensioni tagliate
per un anziano su 5
Sale il costo della vita e scende il valore degli assegni: un pensionato comasco su cinque non recupererà l'aumento dell'inflazione, in tutto o in parte e per questo sarà più povero. Forse gli mancherà solo qualche centesimo al mese, cioè pochi euro l'anno, ma in questi tempi di crisi è tanto comunque
«Un esempio? - afferma Alfredo Puglia, sindacato pensionati Cisl - Una pensione da 2.100 euro lordi al mese: fino a 1.428 euro è rivalutata al 100%. Sui restanti 672 euro, la rivalutazione è del 45%. Ma stiamo parlando di importi lordi. Da questi, va sottratto il 20- 25% di imposte e di addizionali. Dunque, la pensione effettivamente percepita, è già ridotta dal prelievo fiscale e sarà intaccata dall'inflazione».
Ed è Senatro Frezza, pure Cisl e già presidente del Comitato provinciale Inps, a ricordare che quest'anno la perequazione, cioè il recupero del costo della vita che mantiene integra la pensione, è dell'1,4%, posto che il minimo della pensione, che spetta al 30% dei pensionati comaschi, è di 467,43 euro al mese, pari a 6.067,59 e il valore rimane tale. Il 70%, compresi i pensionati al minimo, arriva a 1.000 euro al mese, il 30% sopra i 1.000 euro. Il recupero dell'inflazione: è totale fino a importi di tre volte il minimo, 18.000 euro lorde l'anno. Da tre a cinque volte, la perequazione è l'1,26. L'aumento si ferma a 0,90 che diventerà 0,45. Cinque volte superiore al minimo: l'aumento è di 1,05, cioè lo 0,75 di 1,4, per quest'anno. Ma l'anno prossimo sarà zero. Cioè, chi percepisce una pensione da 30.000 euro l'anno, secondo il Governo, è ricco. Una girandola di cifre, ma per Amleto Luraghi, sindacato pensionati Cgil, il risultato sarà uno solo: «Le pensioni saranno sempre meno adeguate per affrontare il costo della vita. E sono le pensioni che risultano dal versamento regolare dei contributi per una lunga età lavorativa. Non si tratta dell'esito di provvedimenti assistenziali - aggiunge - ma di un diritto maturato dal lavoratore». In una parola:«Non è una misura ben fatta», sostiene Luraghi, ricordando che il drenaggio fiscale è già pesante. I conti della Cgil: sono 189.966 le pensioni comasche, tutto compreso, vecchiaia, anzianità, invalidità, assegni sociali e reversibilità. Le pensioni di vecchiaia e di anzianità, derivate dal versamento dei contributi, sono 118.000 e di queste, il 20%, cioè una su cinque, supera i 1.500 euro, arrotondamento sui 1.428 euro della fascia oltre la quale il recupero dell'inflazione non è più totale. Sono 24.256 pensioni in cifre assolute, una su cinque, appunto. Le pensioni superiori ai 2.250 euro sono 8.280 e sempre meno avranno valore. Pensioni d'oro? «Sono il risultato dei contributi versati - ribadisce Luraghi - proporzionali agli stipendi percepiti, sui quali sono state versate le imposte». Per tutti, nessun regalo è stato elargito, ogni pensionato ha lavorato, ha versato i contributi e riceve in proporzione. Il problema vero è un altro: l'aggressione del Fisco e dell'inflazione sulle pensioni. Il problema è quello dell'ingiustizia sociale.
Maria Castelli
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