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Mercoledì 06 Luglio 2011
Frontalieri, ora interviene Berna
accordi da rinegoziare con Roma
A comunicarlo è stata la ministra delle finanze Eveline Widmer-Schlumpf, durante la conferenza stampa del Consiglio federale. Ma niente cifre (almeno per ora)
COMO La Svizzera ha deciso: bisogna rinegoziare con l'Italia l'accordo sull'imposizione alla fonte dei frontalieri che lavorano in Ticino. A comunicarlo è stata oggi la ministra delle finanze Eveline Widmer-Schlumpf, durante la conferenza stampa del Consiglio federale.
Per la Consigliera federale, l'intesa con Roma - diversamente di quelle siglate recentemente con altri Stati confinanti, come l'Austria - risale agli anni '70, quando ancora non si parlava di libera circolazione delle persone. "Ora le cose sono cambiate", ha detto Widmer-Schlumpf, rifiutando di precisare se il futuro tasso di ristorno sarà inferiore a quello attuale (ora 38,8% rispetto al 12,5% in vigore con Vienna). "A questo stadio è meglio non parlare delle future aliquote", ha sottolineato.
Berna, ha aggiunto la responsabile delle finanze, intende inoltre siglare al più presto un nuovo accordo di doppia imposizione con l'Italia, dossier aperto nel 2001 e che dal 2009 marcia sul posto.
La settimana scorsa il Consiglio di Stato ticinese aveva deciso di congelare la metà della somma dovuta all'Italia relativa alle imposte alla fonte incassate dai frontalieri. Con questo gesto, il governo ticinese spera di convincere Roma e Berna a negoziare un nuovo accordo di doppia imposizione, affinché la Svizzera venga stralciata dalla lista nera dei paesi poco cooperativi in materia fiscale, stilata dall'Italia.
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