Frane sul lago a Brienno
"E' stato come un terremoto"

Case danneggiate, Regina ancora chiusa. In programma in prefettura una riunione "finalizzata a valutare le soluzioni tecniche per la riapertura della Statale". Le drammatiche testimonianze dei residenti: «Non riesco più a entrare in casa perché il fango blocca tutti gli accessi: è veramente una situazione terribile". Transitabilii i valichi di Gandria e Valmara.

BRIENNO «È stato come un terremoto, ora capisco cosa possono aver provato a L'Aquila: ho sentito un boato tremendo e poi il fango si è impadronito delle strade, bloccando la porta di casa nostra. Grazie al cielo nessuno è rimasto ferito, è un vero miracolo».
Simona Caminada fotografa con queste frasi i sentimenti e le sensazioni provate dai residenti di Brienno, vittime di una calamità naturale che ha sconvolto la loro quotidianità. La sensazione di aver subito una sorta di terremoto è comune nei racconti di molte persone, che fanno riferimento anche a un altro aspetto, «l'odore della terra» che si respirava dopo la frana.
Franca Volonterio racconta un altro risvolto della vicenda: «Sentivo che stava piovendo forte ma, sinceramente, non ero particolarmente preoccupata. A un certo punto mi sono affacciata alla finestra e ho visto le auto che erano portate via dal fango con continui testa-coda: è stata una scena sconvolgente che mi ha fatto capire che cosa stava succedendo. La mia abitazione non ha subito danni particolari ma a un mio vicino non è andata altrettanto bene: il laboratorio di un falegname è stato totalmente invaso dal fango e gli ha rovinato tutto il lavoro degli ultimi mesi».
Sette frane, di cui una grossissima, si sono abbattute giovedì sulla statale Regina e investito in pieno il centro abitato di Brienno. Due case sventrate, un ponte romanico letteralmente scomparso dal panorama, decine di automobili e altre abitazioni danneggiate: questo il bilancio del disastro che si è verificato qualche minuto prima delle 18,30 nel tratto di Regina compreso fra Laglio e Brienno.
Per puro miracolo non si sono registrate vittime o feriti: alle 20,30 di giovedì la prefettura indicava in almeno 100 le persone che avevano bisogno di soccorso e di essere trasferite da Brienno con i gommoni ma nessuna di loro aveva bisogno di cure mediche, anche se molte erano sotto choc per la terribile esperienza della quale erano state protagoniste.
A scatenare il putiferio sono stati i due nubifragi che si sono abbattuti giovedì in zona, uno in tarda mattinata che ha probabilmente smollato il terreno e, il secondo, dopo le 18 che ha sbriciolato parte della montagna e in località Valle di Canova, nel Comune di Brienno, si è trasformato in una frana devastante.
«Ho sentito un boato e ho solo avuto il tempo di portare all'esterno di casa mio figlio e mia moglie prima che il torrente si portasse via il muro - è l'impressionante racconto di Sergio Obert - Il tutto è durato pochissimo, cinque minuti al massimo. La pioggia era battente e ha fatto ingrossare la Valle di Canova al punto che si è staccata una frana di sassi e detriti, che oltre a danneggiarmi la casa, si è poi abbattuta sul paese».
Bloccata la statale Regina da Como verso Brienno e dall'Alto Lario nella direzione opposta: dieci chilometri di coda, centinaia di automobilisti intrappolati, molti di loro senza notizie dei loro cari nella zona delle frane. Oggi, venerdì 8 luglio, la strada rimarrà chiusa al traffico tutto il giorno. L'Anas ha diffuso un comunicato che annuncia per domattina, sabato 9 luglio, una riunione in Prefettura "finalizzata a valutare le soluzioni tecniche per la riapertura della statale". Aggiunge l'Anas: "Prosegue il lavoro degli uomini e dei mezzi al fine di eliminare il materiale franato e di ripristinare le condizioni di sicurezza per la circolazione stradale lungo la strada statale 340 “Regina”, interrotta tra il km 12,000 in località Laglio e il km 17,000 nel territorio comunale di Brienno, al confine con quello di Argegno, a seguito degli eventi franosi di ieri.
"Il personale dell'Anas e delle squadre di manutenzione, infatti, sono a lavoro per rimuovere il materiale che ancora ostruisce i tombini stradali e le pertinenze e per svuotare le reti paramassi riempite dal materiale franato. I lavori proseguiranno tutta la mattinata di domani, sabato.
In mattinata si terrà una riunione in Prefettura alla quale prenderanno parte, oltre a tecnici dell'Anas, anche alcuni rappresentanti di altri enti competenti tra cui il Servizio geologico regionale e la Protezione Civile di Como, per valutare - ciascuno per le proprie competenze – le soluzioni tecniche per la riapertura della statale.
"Il coinvolgimento degli altri enti preposti si rende necessario in relazione al fatto che le frane hanno avuto origine da ampie fasce del territorio montano che sovrastano la statale 340 “Regina”, che esulano dalle competenze dell'Anas.
"L'evoluzione della situazione - conclude l'Anas -   è consultabile attraverso il sito http://www.stradeanas.it/traffico".
Danni materiali a parte, che sono ingentissimi, il bilancio per quanto riguarda le conseguenze fisiche è invece rassicurante. Chi ha vissuto sulla sua pelle quei minuti di follia della natura, con il torrente di detriti della Valle di Canova che si è abbattuto sul centro paese, sono però comprensibilmente sotto choc: «Abito qui da 50 anni - racconta Rossana Fasana - ma una cosa del genere non l'avevo veramente mia vista e mi auguro di tutto cuore che non accada mai più. Una colata di fango impressionante che si è infilata dappertutto, i danni nell'abitazione di mio figlio sono molto ingenti. Io, una volta che mi sono messa in salvo, non me la sono sentita di scendere in paese: mi hanno detto che la furia della frana si è portata via il ponte romanico e due case, non ho avuto la forza di andare a guardare».
Impressionante il racconto anche di un'altra residente, Feride Canzani: «Non riesco più a entrare in casa perché il fango blocca tutti gli accessi: è veramente una situazione terribile. Non so come potremo fare questa notte: mi hanno raccontato che in centro paese c'è chi è stato ancora più sfortunato di me, una casa è stata letteralmente portata via e un'altra ha perso il balcone».
Questi sono i residenti della frazione alta di Brienno, quelli che hanno subito per primi la violenza del passaggio della grossa frana che poi è scesa e si è impadronita del centro abitato, lasciandosi alle spalle distruzione.
Chi, in quel momento, si trovava in paese è invece Antonio Bianchi, ragioniere del Comune, che è stato fra i primi a lanciare l'allarme ai vigili del fuoco e al 118. «Ero in municipio - racconta Bianchi - quando ho incominciato a sentire una serie di colpi sul portone d'ingresso, era un rumore di pietre. Stava piovendo forte ma non pensavo che da lì a pochi istanti sarebbe successo quello che è accaduto: ho sentito un boato impressionante e, quando sono uscito in piazzetta, ho visto una montagna di detriti che entrava nel lago e si era portata con sé il ponte romanico e un'intera casa. Una scena apocalittica». Dopo una breve interruzione giovedì sera. è stato riaperto il traffico nei valichi italo svizzeri di Gandria e Lanzo-Valmara.
 

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