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Sabato 09 Luglio 2011
Movida a Como
Il forno della discordia
Il Forno di via Borgovico raduna ogni notte centinaia di ragazzi. Qualche vicino si lamenta per caos e rumori ma c'è anche chi lo difende: sono ragazzi e tra loro ci sono anche carabinieri e poliziotti
Succede anche, nel frattempo, nelle case vicine che qualcuno sia già andato a dormire e lotti con il sonno imminente, trovando i tentativi interrotti da qualche schiamazzo. Qualche altro rincasa e non sopporta di vedersi il portone sbarrato. E chi si alza al mattino magari trova pure le cartacce abbandonate a terra. Perciò ogni estate il Forno finisce nel mirino di qualche vicino di casa. Qualcuno, tempo fa, perse anche le staffe. Ma adesso, giurano il farmacista e una signora che abita proprio sopra al panificio sono rimasti una minoranza. «Guardi - dice la signora affacciata alla finestra - io avuto il bar per cinquant'anni e alla fine mi hanno fatto una guerra che non finiva più per i giovani che venivano da me. Ma questi ragazzi non danno nessun fastidio. Anzi, tengono compagnia. Io mi affaccio alla finestra e sto qui a guardare. Sono bravi ragazzi, non danno fastidio». Lo dice anche Roberto Valentino che ha una parafarmacia al 108. «Io ho due bambini piccoli, se non mi lamento io vuol dire che non c'è proprio niente di cui lamentarsi. Secondo me i ragazzi non danno alcun fastidio».
Nel palazzo di Donato Aiello invece qualcuno si secca: «Guardi qui soprattutto nei week end dall'una in avanti è tutto pieno. Macchine dappertutto. Un mio vicino rincasa tardi per lavoro e si lamenta sempre perché trova l'auto davanti al portone. Diciamo che si forma parecchia confusione». Morris Sardo, invece, i ragazzi li difende: «Ma non fanno niente, mangiano e basta. Non possono neanche bere». Josephine Pequet assiste un signore anziano. Non si lamenta né lei né il signore anziano: «Siamo proprio sopra al forno, si dorme tranquillamente». Giulia Trovato è una delle ragazze che si ferma al Forno: «Guardi, siamo tutti tranquillissimi. I ragazzi arrivano tardi per mangiare qualcosa. Chiaccherano, ma a bassa voce. E non ci sono neanche problemi con i vicini. E poi ci sono un sacco di controlli. La via è piena di carabinieri e poliziotti. Sono i primi che vengono qui a mangiare pizza e brioche».
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