Due anni dopo il disastro
la diga è ancora a pezzi

Era il 26 luglio 2009 quando la motonave Orione centrava in pieno la diga foranea, danneggiandola seriamente. Il parapetto venne in parte abbattuto e, ad oggi, non è ancora stato ripristinato.

<+G_DATA><+G_SQUARE><+G_TONDO>Era il 26 luglio 2009 quando la motonave Orione centrava in pieno la diga foranea, danneggiandola seriamente. Il parapetto venne in parte abbattuto e, ad oggi, non è ancora stato ripristinato. La parte terminale della diga resta infatti priva di protezione, esattamente come si presentava due anni fa. E non è l'unica pecca. Che cosa dice il Comune? Sta ancora cercando i diecimila euro necessari per i lavori, ma la zona - paradosso nel paradosso - nei giorni scorsi era accessibile, a dispetto della situazione di pericolo evidente. Su questo punto a Palazzo Cernezzi cadono dalle nuvole: «Qualcuno - è la risposta - deve aver rimosso impropriamente la recinzione che, in precedenza, impediva ai pedoni di raggiungere la "rotonda" in fondo alla diga. Rimedieremo subito posizionando una rete metallica (in effetti ieri è comparsa, ndr)».
Rimane il fatto che, per la terza estate consecutiva, l'area si presenta agli occhi dei turisti e dei comaschi in pessime condizioni. La pavimentazione del tratto rettilineo è stata rifatta, dopo la posa dei tubi per la rete fognaria, ma la passeggiata si conclude con una brutta sorpresa. La ringhiera spazzata via dall'Orione non è stata sostituita né è scattata la sistemazione del vicino parapetto, che si era inclinato a causa dell'urto. Ma l'elemento più eclatante è un altro: le panchine un tempo posizionate sulla "rotonda" adesso sono accatastate l'una sull'altra (in verticale) e appoggiate al parapetto. Un ammasso di lamiere tutt'altro che gradevole. E tra i comaschi c'è già chi ironizza parlando di «arte moderna». Come se tutto ciò non bastasse, lo spettacolo si completa con le orribili palizzate del cantiere delle paratie sulla passeggiata a lago, nel tratto tra piazza Cavour e Sant'Agostino. Una barriera che continua a nascondere il paesaggio, sebbene i lavori siano fermi da più dei sei mesi. Altro che zona turistica, insomma. Ancora una volta lo scenario è da brividi, proprio nel pieno della stagione estiva.
A proposito delle condizioni della diga, l'assessore comunale Stefano Molinari ieri ha spiegato: «In effetti manca ancora il parapetto nella parte finale, ma il preventivo c'è e ora dobbiamo reperire i diecimila euro previsti. Non è facilissimo e poi ci sono dei tempi tecnici da rispettare, comunque nell'arco di alcune settimane dovremmo riuscire a sistemare tutto. Verrà riattivato anche il palo per l'illuminazione, sempre nella stessa zona. Noi - ha chiarito Molinari - dobbiamo anticipare le risorse - anche se in seguito sarà l'assicurazione della Navigazione a risarcire». I lavori, insomma, rischiano di concludersi quando ormai l'estate volgerà al termine. Una vera beffa per i turisti e per i comaschi.

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Eco di Bergamo La diga della vergogna