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Sabato 13 Agosto 2011
Como, il pala ghiaccio non riapre
I pattinatori senza la loro casa
Rischia di non riaprire, dopo la pausa estiva, il palasport con la pista da ghiaccio di Casate. Colpa di una liti tra residenti e Comune. Di mezzo ci vanno così centinaia di sportivi e migliaia di pattinatori amatoriali
È il commento di Luca Ambrosoli, presidente dell'Hockey Como, in risposta al presidente di Como Servizi Urbani, Mariano Montini, che ha annunciato la decisione di non riaprire lo stadio del ghiaccio di Casate dopo la pausa estiva. «Abbiamo avuto un incontro in Comune nei giorni scorsi - continua Ambrosoli - e ci siamo salutati con un possibile slittamento di un paio di settimane. Giusto per dare il tempo agli avvocati di parlarsi e di valutare il progetto dell'insonorizzazione. Noi dobbiamo assolutamente riprendere la preparazione, dopo l'allenamento a secco, prima dell'inizio del campionato a ottobre».
Un fulmine a ciel sereno per il presidente dell'Hockey Como, che spera in una possibile svolta, appena dopo il Ferragosto, per garantire ai 120 ragazzi, iscritti al club, di riprendere la loro attività nel pala ghiaccio.
La soluzione ci sarebbe e anche il denaro, come confermato dallo stesso Montini, ma tutto è fermo. Il principale problema riguarda la distanza tra la struttura comunale, in gestione a Csu, e le abitazioni più vicine. Le nuove norme prevedono una distanza minima di dieci metri e non gli otto e mezzo attuali. Alcuni vicini lamentano rumore proveniente dello stadio del ghiaccio, tanto da spingerli a fare causa a Como Servizi Urbani.
Nel contenzioso il giudice di primo grado ha dato ragione ai residenti e per questo motivo Montini s'è opposto. «Circa tre settimane fa il mio avvocato ha presentato il nostro ricorso al giudice - spiega il presidente di Csu - credo che le cose andranno per le lunghe e so che c'è già pronta una nuova denuncia da parte dei vicini, sempre per il rumore derivato dalle attività all'interno della struttura. Ditemi voi cosa dovrei fare? Se le cose non si sistemano io non apro. Del resto la struttura aveva già queste pecche quando ci è stata data in gestione dal Comune. Noi ci siamo già esposti molto, ora basta però».
La soluzione per Montini è già sul tavolo della giunta di Palazzo Cernezzi: un intervento di insonorizzazione per evitare di disturbare i vicini e per riprendere al più presto le attività all'interno del Palazzetto.
«Il progetto presentato in Comune prevede una spesa di circa 150 mila euro, soldi interamente finanziati da Como Servizi Urbani e già a disposizione. Manca solo il nulla osta di Palazzo Cernezzi per iniziare i lavori. È ormai troppo tempo che la cosa resta in stallo. Ci sono una serie di conseguenze penali che ricadono direttamente su di me, in quanto presidente di Csu».
Insomma il progetto c'è e dovrebbe eliminare completamente i disagi per i residenti, i soldi anche, manca solo l'autorizzazione del Comune. Se questa non arriverà a breve, Montini non ha dubbi, non riaprirà la struttura e lo conferma usando anche una locuzione latina «Sic Stantibus Rebus (stando così le cose) tutto resterà chiuso».
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