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Sabato 13 Agosto 2011
Privilegi: menu in Senato a 6 euro
Il comasco Butti: "Vado di rado"
Polemiche infinite dopo la pubblicazione, in questi giorni, di quanto costa mangiare nel prestigioso ristorante del Senato: un menu completo a poco più di 6 euro. Ne abbiamo chiesto conto - è il caso di dire - a un comasco che è parlamentare ormai da decenni: Alessio Butti
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Alessio Butti siede proprio tra i banchi di Palazzo Madama ed è il parlamentare lariano con più legislature alle spalle (è entrato alla Camera la prima volta nel 1992) ammette che sì i prezzi «sono bassi». Ma subito si affretta a precisare: «Il giustissimo adeguamento dei prezzi è stato avviato ben prima degli scoop dei giornali nell'ottica dell'eliminazione di ogni privilegio avviata da tempo».
E ancora: «Francamente non mi tocca granché perché oltretutto quei prezzi sono per tutti: funzionari, dipendenti e i giornalisti. I cronisti parlamentari sono i primi e spesso gli unici ad usufruirne. È raro che un parlamentare che finisce aula alle 13.30 e ha commissione alle 14 abbia il tempo di sedersi e gustare quei piatti che, tra l'altro, io non ho mai visto. Quando posso evito di utilizzare il ristorante interno e, ad essere sincero, sono pochissimi i senatori che lo utilizzano».
Difficile è però spiegare a lavoratori dipendenti che non guadagnano 15mila euro al mese che al Senato si pranza con così poco. «Se vogliamo fare demagogia - ribatte Butti - possiamo anche chiudere il ristorante. In tutte le aziende dove c'è un lavoratore c'è un prezzo agevolato. È troppo basso? Va bene. Ma va anche detto che la categoria dei parlamentari, giustamente e io sono tra i fautori di questo, è l'unica che negli ultimi 10 anni non ha avuto un centesimo di aumento e ha abbassato per tre volte a botte di 1000 euro la propria indennità. I privilegi sono stati in larga misura tolti, certo si può fare meglio. Ma ripeto in quel ristorante la maggioranza non sono certo i parlamentari».
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