Lungolago, blocco di quattro anni
E' il rischio in caso di fallimento

Si rischia uno stop dei lavori di almeno due anni, se non addirittura di quattro.  La crisi della ditta appaltatrice della paratie, la Sacaim di Venezia, ha un precedente importante a Como, anche se in una zona più defilata rispetto al lungolago.

COMO Si rischia uno stop dei lavori di almeno due anni, se non addirittura di quattro.
La crisi della ditta appaltatrice della paratie, la Sacaim di Venezia, ha un precedente importante in città, anche se in una zona più defilata rispetto al lungolago: quello del cantiere infinito per completare la sede universitaria di via Valleggio, dove i ritardi si sono accumulati soprattutto a causa del fallimento di un'azienda di Messina, la Capraro. E così il terzo e quarto lotto - rispettivamente un anello di laboratori interrati e una piazza di raccordo con il Setificio - sono arrivati a conclusione solo adesso, mentre la consegna era inizialmente prevista per la fine del 2009.
L'assessore provinciale Pietro Cinquesanti, già capo dell'Ufficio tecnico comunale, ha una certa esperienza di cantieri "difficili". Oltre a quello dell'università, anche al liceo scientifico Giovio dovette tribolare non poco per condurre in porto i lavori, segnati da un lungo contenzioso con l'azienda appaltatrice.
Assessore, da tecnico "esterno" rispetto alle due parti in causa (la Sacaim e il Comune di Como), cosa si aspetta dal commissariamento dell'azienda veneziana? Quali conseguenza avrà sulla tempistica del cantiere? «Bisogna sapere esattamente le condizioni in cui si trova la società, prima di fare un'affermazione», premette Cinquesanti. «Il commissario - aggiunge -, qualora ritenesse che vi fossero le condizioni, potrebbe far proseguire il cantiere. Oggi non è possibile fare previsioni».
È possibile, però, formulare delle ipotesi, sulla base delle esperienze precedenti. «Il fallimento dell'azienda appaltatrice del cantiere universitario ci ha fatto perdere quasi due anni - riferisce l'assessore -. E in quel caso, la ditta non era passata dal commissariamento, ma era stata dichiarata subito fallita. Comunque, questo fatto ha comportato grosse lungaggini: prima la chiusura del cantiere, poi la verifica delle opere effettivamente realizzate, infine un nuovo appalto».

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