Dalle paratie alla Ticosa
Le promesse del 2007

Impietosa la consultazione del programma elettorale del Bruni bis: è andato tutto storto

Ritrovare un programma elettorale quando manca poco alla fine di una legislatura è un po' come rileggere vecchie lettere d'amore mentre si è nell'anticamera del giudice per la separazione. Con il senno di poi... E, comunque, da sempre si dice che le promesse elettorali sono simili a quelle dell'amante focoso futuro marito fedifrago o del marinaio che cerca approdo in un porto sicuro, poi si vedrà.
Si dice, appunto, la realtà dovrebbe essere diversa dalle chiacchiere. Allora perché Como si divincola tra le spire di problemi che sembrano insuperabili, immobilizzata in una paralisi che, se andrà bene, proseguirà fino alle prossime elezioni, a meno che, invece, non peggiori?
Andiamo, quindi, a riprendere il programma elettorale del «candidato sindaco Stefano Bruni» nel 2007, titolo: «Per una Como più bella ed Europea» (si può ancora scaricare dal sito del Comune). «Nell'affermazione del bene comune - si legge nei "Principi ispiratori e criteri generali" - termine desueto, ma ancora valido perché fissa in senso generale l'obiettivo di ogni azione, l'Amministrazione continuerà ad attuare - accrescendola - una attenta politica della solidarietà in tutti i settori accompagnandola con l'esigenza, di una rigorosa e lungimirante efficienza della struttura dell'Ente Locale».
Nobili intenti e, intendiamoci, tanto è stato fatto di quello che è elencato nelle 24 paginette. Della «riqualificazione e valorizzazione del fronte lago, da villa Geno a villa Olmo» è meglio non parlare in questo momento: pura scaramanzia, perché se dovesse anche fallire la Sacaim ci terremo il lungolago in versione cantiere per chissà quanto ancora, per la gioia nostra e dei turisti. Turismo? Farà piacere agli esercenti che stanno faticosamente digerendo l'ordinanaza "anti movida" in piena estate rimarcare che l'intento originale era «l'accoglimento delle richieste degli operatori della ristorazione volte ad aumentare la capacità ricettiva». Ormai siamo rassegnati a tenerci la Ticosa così com'è (o, meglio, così come non è). Eppure era motivo di vanto: «L'"Operazione Ticosa" è già diventato un caso da manuale di come la Amministrazione Locale, con ridottissimo impiego di finanza pubblica, possa non solo attirare l'attenzione dei grandi Investitori internazionali, con accreditamento di Como come luogo privilegiato di investimento immobiliare e con l'incremento dei valori immobiliari locali, ma immettere nel circuito economico locale un imponente flusso finanziario, che affluirà in parte a tutti gli Operatori economici ed anche a tutti i Cittadini».



Leggi l'approfondimento su La Provincia in edicola lunedì 22 agosto

© RIPRODUZIONE RISERVATA