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Martedì 06 Settembre 2011
Castelli e la beffa del pedaggio
"Intollerabile, paga solo il Nord"
Il vice ministro: "Stupisce che nella manovra non si vada a sanare questa ingiustizia". Sulla A9: "Così si finanzia la terza corsia, chiederemo ad Autostrade cosa si può fare"
Castelli dalla Polonia, dove si trova per parlare di infrastrutture con i colleghi europei, è chiaro: «In futuro saranno sempre di più i privati ad eseguire opere infrastrutturali e questo inevitabilmente comporta un pedaggio». Sull'Autolaghi e soprattutto tra Como e Milano si paga 1.90 euro fino a Lainate (4.50 euro fino a Milano centro) a fronte di interi tratti con il limite di velocità fissato a 80 km orari e, in alcuni punti, addirittura a 60 km l'ora. Senza contare le forti limitazioni alla sicurezza dettate dal cantiere per la terza corsia che sarà ultimata tra il novembre del 2012 e l'inizio del 2013.
«Una quota - dice a questo proposito Castelli - serve per rifinanziare la terza corsia e che ci siano disagi è abbastanza ovvio. Autostrade per l'Italia ha cercato di incentivare il cosiddetto "car pooling" (gli automobilisti che viaggeranno con un'auto di classe A e B con almeno 4 passeggeri a bordo in direzione Milano tra le 6.30 e le 9.30 e in direzione Como e Varese tra le 17.30 e le 20 tutti i giorni feriali pagano al casello di Milano Nord 50 centesimi, ndr) e per quanto riguarda possibili ulteriori interventi chiederemo ad Autostrade». Ma una cosa il viceministro la ripete: «È intollerabile - dice - che una parte degli italiani paghi mentre in alcune zone non si paga nulla. Mi stupisce che in questa manovra dove si cercano fondi in modo spasmodico, non si sia accelerato sull'approvazione del dpcm che va a sanare questa ingiustizia introducendo il pedaggio su 1.300 chilometri attualmente non pedaggiati (raccordo anulare, Firenze-Siena, Salerno-Reggio Calabria, Roma-Fiumicino, ndr) andando a creare equità sociale». Il viceministro lumbard lancia l'affondo anche nei confronti del Pd: «Il Pd anche lombardo sta votando che i lombardi paghino e gli altri, romani in testa, no». Si riferisce alla richiesta di non introdurre i nuovi pedaggi, sostenuta dal Partito democratico.
Già domenica era intervenuta la deputata del Pd Chiara Braga rispondendo alla medesima accusa lanciatale dal leghista Nicola Molteni. Braga aveva parlato di «tratte che non hanno garanzie di sicurezza e non si capisce perché si debbano introdurre i pedaggi».
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