Case, negozi e box
Rosso di mezzo milione

Mancati incassi per oltre quattrocentomila euro. È questa una delle contestazioni finite sul tavolo della Corte dei Conti in seguito a un esposto presentato dal consigliere comunale Luigi Bottone.

COMO Mancati incassi per oltre quattrocentomila euro. È questa una delle contestazioni finite sul tavolo della Corte dei Conti in seguito a un esposto presentato dal consigliere comunale Luigi Bottone.
Nel mirino c'è la gestione del patrimonio di Palazzo Cernezzi, dai bar alle concessioni, dai canoni dei box alle locazioni non ad uso abitativo.
Nell'esposto si parla di «mancato incasso di circa 273mila euro da parte dell'ente - su un totale di un milione di euro - per le concessioni rilasciate ai bar, ristoranti ed altri immobili (alcune sono scadute ma si continua a svolgere l'attività» e ancora «mancato incasso di 129mila euro - un totale di 700mila euro - per le locazioni non ad uso abitativo». Infine c'è «il mancato incasso di 17mila euro - su un totale di 110mila euro - per il canone di box posto auto». Totale: 419mila euro.
E ancora nel testo si fa preciso riferimento all'assenza di bandi pubblici. «La situazione ancora più grave - si legge - è apprendere che diverse strutture comunali (box, magazzini, appartamenti) sono stati assegnati e utilizzati, a canone agevolato da dipendenti comunali (dirigenti, funzionari, ex dipendenti) senza che questi abbiano mai partecipato ad alcun bando pubblico». Nel dettaglio vengono citati l'appartamento di via Collegio dei Dottori affittato a un canone di circa 510 euro al mese all'ex ragioniere capo Angela Bertuzzi; il posto auto in via Italia Libera assegnato a 404 euro anni all'ex vicesegretario generale Domenico De Cesare; il magazzino in via Torno trasformato in garage dall'attuale dirigente al Patrimonio Marina Ceresa che versa un canone annuo di 541 euro; l'occupazione di immobili da parte di ex dipendenti comunali «in qualità di custodi nonostante l'età pensionistica raggiunta».
L'esposto si conclude dicendo che «gli uffici comunali non hanno mai proceduto a pubblicare alcun bando indicando i criteri di assegnazione e negando, in questo modo, la possibilità a terzi di parteciparvi». E ancora che «nessun dirigente ha mai voluto predisporre un regolamento che regolasse la procedura» e che «sono state emesse determine dirigenziali (destinate ad altri colleghi comunali) che portano la data di termine concessione per affitto box pari ad anni 18 continuativi (quando normalmente si prevede una durata quadriennale con possibilità di rinnovo)».

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