Inchiesta sugli appalti in Comune
Il papà del muro finisce indagato

COMO Tutta colpa di un certificato tecnico di quasi dieci anni fa.
Nasce così l'inchiesta di Procura e fiamme gialle che ha portato all'acquisizione di centinaia di contratti, appalti, documenti e certificazioni tecniche e contabili prelevate dagli inquirenti dagli uffici del settore reti, impianti tecnologici e protezione civile di Palazzo Cernezzi. Il settore, cioè, diretto dal papà del tristemente famoso muro costruito e poi abbattuto sul lungolago, quell'Antonio Viola che ora risulta indagato dalla magistratura lariana con l'accusa di falso e turbativa d'asta.

Sospetti di irregolarità su decine di appalti pubblici. Dubbi e accertamenti su centinaia di altri lavori affidati da quel settore a ditte comasche e non solo. A insinuare il tarlo dell'illecito sono state alcune verifiche compiute dal nucleo di polizia tributaria in numerose aziende comasche. Nei mesi scorsi i finanzieri hanno bussato a diverse imprese edili, nell'ambito di un controllo di natura amministrativa. Tra queste anche alla Selva Mercurio srl di via Alciato. Nulla di irregolare, a parte una singola certificazione rilasciata dal Comune di Como e utilizzata per ottenere il patentino di conformità "Soa", che attesta la sussistenza di requisiti tecnici e finanziari delle aziende che vogliono acquisire un incarico, soprattutto con gli enti pubblici.

Sulla base di quella certificazione considerata falsa dalle fiamme gialle, l'amministratore unico della ditta, Stefano Ferrari, è finito sotto inchiesta anche lui con l'ipotesi di reato di turbativa d'asta, in quanto la partecipazione della sua ditta ad alcune successive gare d'appalto non sarebbe stata possibile, alla luce - appunto - di quel patentino ottenuto sulla base di un documento ritenuto "viziato".

L'indagine è solo agli inizi, ma al di là del numero di indagati e delle accuse per ora contestate dal pm Giuseppe Rose ciò che impressione è la mole di documentazione portata via dal Comune da parte dei finanzieri comaschi. Evidentemente a non convincere gli inquirenti non è tanto e solo il singolo episodio scoperto, ma tutto il meccanismo degli appalti gestiti da quel settore e di rilascio delle attestazioni da parte di Palazzo Cernezzi ai privati, che consentono alle aziende di conseguire i patentini per poter lavorare con gli enti pubblici e partecipare alle gare d'appalto.
Anche perché l'attestazione del Comune di Como che tanti dubbi ha destato nei finanzieri riguarda un settore molto specifico, ovvero i lavori per la bonifica degli alvei di fiumi e di torrenti, mentre la Procura ha preteso la consegna di tutti gli appalti del settore di Viola: dalla spalatura della neve alle asfaltature delle strade, dalla sistemazione dei marciapiedi agli scavi per le fognature e gli acquedotti. Tutto nel mirino degli inquirenti, a caccia di irregolarità.

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