Gli studenti trovano casa
Li ospitano gli anziani

Cento i ragazzi coinvolti. E molti arrivano da paesi extracomunitari, I pensionati: «Grazie a noi si sono potuti inserire nel mondo del lavoro»

COMO - Solidarietà e sostegno economico. Ma anche ascolto, sicurezza e tanto volontariato per nuove soluzioni a favore di studenti e anziani. Tutto racchiuso in due parole: "Abitare Insieme".
È il progetto dell'Auser, l'associazione per l'autogestione e la solidarietà, sempre in prima linea per favorire l'inserimento di studenti universitari provenienti altre città. Conciliando le esigenze di questi ultimi con le necessità di persone anziane che vivono da sole e che sentono il bisogno di ricevere aiuto e compagnia per i piccoli problemi del quotidiano.
Per il tredicesimo anno consecutivo, infatti, il progetto Auser si accinge a prendere il via (con la firma del protocollo d'intesa tra comune e parti sociali prevista per lunedì prossimo) e prevede la collaborazione tra Politecnico, Insubria, Conservatorio "G. Verdi" , Spi Cgil, l'amministrazione comunale e, ovviamente, la stessa Auser, capofila dell'iniziativa. Un'idea vincente che dura nel tempo e che trova conferma anche sulle colonne de La Provincia, già presente nel 1998 durante il  primo lancio dell'iniziativa.
Quasi cento i ragazzi ospitati dal 1999 ad oggi. Quarantacinque i pensionati comaschi che hanno aderito al progetto. E che in molte occasioni si sono rivelati determinanti per la carriera di giovani promettenti costretti a fare i conti con le difficoltà collegate alla contingenza economica. È il caso di <+G_NERO>Camillo Biondi <+G_TONDO>e <+G_NERO>Antonietta Sormani<+G_TONDO>, che grazie al loro contributo hanno reso possibile l'inserimento nel  mondo del lavoro di studenti provenienti da paesi come Nigeria, India, Vietnam e Colombia.
Il primo è ormai un "veterano" del progetto e da cinque anni ospita ragazzi con i quali spesso mantiene i contatti anche dopo il termine dei loro studi. Antonietta, invece, ha deciso di aderire ad "Abitare Insieme" da circa un anno. «Ero sola - spiega - e con una casa troppo grande». Molti i dubbi all'inizio. Forse troppi. Poi, grazie alla mediazione messa a punto dai volontari dell'Auser, la coabitazione è riuscita a consolidarsi. «Di certo la parte più difficile è comunicare - aggiunge Antonietta, che in casa ha ospitato un giovane nigeriano di nome Cyprian iscritto a ingegneria ambientale -, ma poi col tempo ci si abitua e ci si comprende anche parlando lingue diverse». Una scelta più che azzeccata, dunque, che con i soldi ha poco a che fare.
Chi ospita, infatti, può chiedere un quota non superiore ai 180 euro e ricevere dal comune (unico partner economico con un sostegno complessivo di 12 mila euro all'anno) un rimborso mensile di 103 euro. In primo piano rimane quindi la necessità di non rimanere da soli.
«Credo sia stata una scelta più che positiva - commenta Camillo - e che può davvero rappresentare una svolta per giovani decisi ma con poche possibilità. Nel mio caso ho ospitato solo studenti della facoltà di ingegneria che nel tempo sono riusciti a farsi strada nel mondo del lavoro fuori e dentro il nostro paese». Ma non sono solo stranieri coloro i quali cercano sostegno nel progetto Auser. Sono molti gli studenti italiani residenti in Lombardia e altre regioni che decidono di usufruire della convenzione.


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