Paratie, l'ultima beffa
Sei anni di cantiere

Doveva durare mille giorni, ci vorrà il doppio per sistemare il lungolago di Como. Il sindaco: «Variante in giunta lunedì, poi si riparte»

COMO Durata prevista: 1.085 giorni. Quarantacinque mesi dopo, la rettifica: serviranno in totale 2.085 giorni. Salvo imprevisti, s'intende. Bastano questi due numeri per riassumere l'andamento del cantiere delle paratie. Mille giorni di lavori in più rispetto alle previsioni iniziali, mille giorni di attesa prima di poter tornare a passeggiare sul lungolago.
La sistemazione provvisoria finanziata dal calciatore Gianluca Zambrotta ha consentito almeno di riaprire il tratto tra piazza Cavour e i giardini, ma il 31 ottobre il contratto di "sponsorizzazione" scadrà. E i dirigenti che seguono il cantiere hanno stimato in «due anni» - durante l'ultimo consiglio comunale - il tempo necessario per completare tutte le opere e restituire la zona ai comaschi. I lavori, intanto, sono fermi dal 24 gennaio scorso e non ci sono certezze nemmeno sull'aspetto definitivo della passeggiata, dopo il flop del concorso d'idee voluto dalla Regione (il Comune dovrà affidare un incarico di progettazione ma l'iter non è ancora partito). E pensare che l'8 gennaio 2008, quando prese il via ufficialmente il cantiere sul lungolago, si parlava di tre anni esatti di lavori. Un termine scaduto ormai da 270 giorni. E i comaschi dovranno attenderne altri 730, sempre che le stime dei tecnici si rivelino per una volta esatte. Il totale del ritardo accumulato suona più beffardo che mai: mille giorni tondi tondi. Quasi un raddoppio, rispetto al cronoprogramma iniziale: da tre anni si passa quasi a sei.
Nell'aula di Palazzo Cernezzi, tra l'altro, non è stato chiarito quando torneranno operai e mezzi sul lungolago (tra due giorni si arriverà a toccare i nove mesi di stop). La seconda perizia di variante, da almeno tre milioni e mezzo di euro (contiene tra l'altro l'addio alle paratie mobili, sostituite da 695 panconi manuali da montare sul parapetto storico in caso di necessità), è stata approvata definitivamente il 19 settembre scorso.

Leggi l'approfondimento su La Provincia in edicola giovedì 7 ottobre

© RIPRODUZIONE RISERVATA