Cantù, Biennale del merletto
Il futuro dei pizzi nel design

Guardare al passato, per puntare al futuro: questa la "ricetta" che sembra essere ideale per l'arte dei merletti, come spiegato anche durante l'inaugurazione della Biennale in villa Calvi. E si punta anche al riconoscimento ufficiale dell'Unesco.

CANTÙ Merletto e design, merlettaie e architetti d fama internazionale. Connubio naturale e di successo nel passato, quando il nome di Cantù, il marchio Cantù, si faceva valere sui mercati e alle esposizioni. E a quel passato bisogna guardare per garantire un futuro all'artigianato d'arte che, con l'arredamento, costituisce il patrimonio cittadino più grande e spendibile.
Progettualità, necessità di rinnovarsi e attualizzare le forme delle trine, accanto alla maestria esecutiva, la ricetta. Con l'obiettivo ambizioso di ottenere, per il merletto, il riconoscimento di patrimonio intangibile dell'Unesco.

Obiettivo ambizioso dichiarato ieri all'apertura ufficiale dell'edizione numero 10 della Biennale internazionale del merletto, che resterà in scena fino al 6 novembre, come sempre con il Comitato per la promozione del merletto in cabina di regia. Che per la prima volta dopo vent'anni ha visto la necessità di introdurre il pagamento del biglietto, 5 euro, per riuscire a sostenere le spese - 83.000 euro - necessarie per l'organizzazione. Anche se il comitato si dice ottimista sul fatto che questo non influirà sul numero di spettatori, nelle passate edizioni alto e in arrivo da tutto il mondo.

Orari: da martedì a domenica alle 10 alle 13 e dalle 14 alle 19. Chiuso il lunedì. Al Melotti martedì e giovedì dalle 10 alle 18, mercoledì, venerdì e sabato dalle 10 alle 14.

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