Bizzarone, la storia di Rita
"Vero, gli ho dato un calcio"

Il racconto della magazziniera della squadra di calcio del Bizzarone, una donna di 67 anni, che è stata squalificata fino a dicembre

BIZZARONE «Mi gridava: stai zitta montanara. E poi insultava il mio portiere e il mio dirigente. Continuava a dire che non eravamo intelligenti e non capivamo niente. Allora l'ho preso per la giacca e ho tentato di rimandarlo negli spogliatoi. Ma quello niente. E dai con la montanara, così quando il mio dirigente ha tentato di farmi staccare, tac, lo ammetto, gli ho dato un calcio».

Il calcio se l'è preso un dirigente del Garbagnate prima categoria. E Rita Carli, magazziniera dell'Atletico Bizzarone, anni 67, è stata inibita dal giudice sportivo: dovrà stare lontana dal campo da gioco fino al 24 dicembre. «Non lo so, era una calcione bello forte. Era un bel calcio, bisogna dire la verità. Però lo scriva che non sono violenta, ci mancherebbe. È la prima volta che mi succede».

Rita sta sui campi da calcio da quando ne aveva 28, era già sposata con una figlia. Ora di figlie ne ha due e pure tre nipoti, due bambine e un maschietto che gioca nei pulcini. Ha visto i calciatori del Bizzarone diventare dirigenti, come il direttore generale Christian Lunardi che la difende e di lei dice: «È l'anima della società. Senza di lei, andrebbe tutto a rotoli». Rita è più di una semplice magazziniera. Lava tutte le divise dei ragazzi e le fa trovare pronte negli spogliatoi quando arrivano.

«Non lo so, se sono brava. Per me è una passione. A me piace il calcio e l'ambiente del calcio. Abito a trecento metri dal campo. Io vado verso sera, accendo il riscaldamento, preparo le cose ai ragazzi. Magari certe sere avrei anche finito ma sto lì a chiacchierare». Iniziò tutto con suo marito, il signor Pelli, ex dirigente ora defunto. «Era appena nata la nuova società, lui faceva il custode, tagliava il prato, puliva, tutto volontariato, si intende. E io mi occupavo delle divise. Poi la società chiuse, io smisi qualche anno per ritornare nell'Uggiatese calcio. E da cinque sei anni sono tornata all'Atletico Bizzarone. Il Christian me lo ricordo, quando giocava con me».

È minuta, la signora Rita, minuta e atletica. Eppure non ha avuto paura a sfidare il dirigente del Garbagnate. «Sarà un luogo comune dar la colpa agli arbitri, ma tutto è nato perché l'arbitro era giovane e non aveva polso. Noi abbiamo vinto anche se avevamo avuto due espulsi. Quando la partita è finita, Christian ha spedito i nostri negli spogliatoi. Ma gli altri sono rimasti sul campo, hanno insultato il pubblico e poi se la sono presa con il mio portiere e il mio dirigente. Allora io dicevo: «Torni negli spogliatoi, torni negli spogliatoi». Invece quello niente. Allora l'ho spintonato, perchéstava esagerando e mi stava insultando. Non so perché abbia pensato di darmi della montanara, avrà visto due colline e a lui che viene da Milano saranno sembrate chissà cosa. Comunque non smetteva. Volevo farlo andare negli spogliatoi, ma che fatica, non si spostava. Quando hanno tentato di staccarmi da lui, è partito il calcio».

In paese sono in tanti dalla sua parte: «Se l'ha fatto, aveva le sue ragioni. È una signora onesta, che però sa farsi rispettare».
«Mia figlia mi ha detto di stare tranquilla - conclude la signora Rita -, ma davvero è la prima volta che mi capita. Adesso andrò avanti a sistemare le divise. Io preparo tutto ai miei ragazzi, il tè e il resto. Poi, quando inizio la partita, devo lasciare il recinto di gara».

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