Caso affittopoli a Como
Bruni salva Cenetiempo

Nonostante la doppia sfiducia da parte del consiglio comunale, Cenetiempo resta al suo posto.

COMO L'assessore al Patrimonio Enrico Cenetiempo nonostante la doppia sfiducia da parte del consiglio comunale (la prima volta il 16 ottobre del 2008 per una questione strettamente politica; la seconda lunedì sera per il caos nella gestione del patrimonio comunale) resta al suo posto.
«Respingerò sicuramente le sue dimissioni - dice il sindaco Stefano Bruni poiché non c'è nessun motivo perché debbano essere accettate. È ridicolo a sei mesi dalla fine del mandato e questo fa parte della manfrina politica, a cui io non mi presto».  Sulle anomalie emerse nella gestione del patrimonio, il sindaco si limita a dire: «Bisogna anche capire i ruoli tra politica e dirigenti. Non si possono fare processi sommari. E io non faccio il boia del processo».
La sfiducia sulla testa di Cenetiempo è arrivata lunedì sera in consiglio. In aula era presente la minoranza, il gruppo Forza Como-Autonomia liberale (ormai di fatto all'opposizione da mesi) e tre consiglieri del gruppo misto (Ghirri, Pastore e Buono). Hanno risposto all'appello (incassando il relativo gettone), ma poi non hanno partecipato al voto i due leghisti e il pidiellino Giannattasio. Tutto il resto del Pdl (sindaco incluso) aveva invece annunciato che non avrebbe preso parte al consiglio per evitare uno spreco di soldi. Oltre alla mozione nei confronti di Cenetiempo è stata discussa e respinta quella contro la collega con delega al Commercio Etta Sosio contro cui si era accanito il consigliere di maggioranza Luigi Bottone (Popolari Italia Domani), non sostenuto in aula dai partiti a cui è alleato.
Primo firmatario della mozione di sfiducia era stato il consigliere di Rifondazione Donato Supino che ha ricordato prima della votazione i guai del patrimonio: dai garage affittati a dirigenti ed ex dirigenti senza graduatoria e a prezzi bassi agli appartamenti comunali dati in affitto fuori Erp a canoni molto contenuti (150 euro al mese ad Albate, per fare un esempio), dai custodi che da anni occupano edifici senza averne titolo alla morosità degli immobili locati ad attività commerciali.
Il dibattito praticamente non si è svolto e i consiglieri sono andati subito al voto. Il caos patrimonio, in ogni caso, era finito nelle scorse settimane sotto la lente della commissione Patrimonio. L'esito è stato quello della bocciatura per l'operato dell'assessore: 18 voti favorevoli alla sfiducia su 22 presenti, un contrario e 3 astenuti. «Prendo atto - aveva detto martedì Cenetiempo - che quasi metà del consiglio comunale ha ritenuto il mio operato inefficiente. Mi dimetto e mi rimetterò a quello che dirà il sindaco». E il sindaco Bruni ha detto chiaramente che, anche se sfiduciato due volte dal consiglio, Cenetiempo finirà il mandato da assessore.

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