Rose bianche e ricordi
per l'addio a Botta

Nella chiesa del Gallio il saluto della città all'ex sindaco. Don Malinverno: «Tutti gli dobbiamo qualcosa o molto»

COMO - «Tutti gli dobbiamo qualcosa o molto». A dirlo, commosso, don Isidoro Malinverno, che ha dato dall'altare della chiesa del collegio Gallio l'addio all'ex sindaco Alberto Botta. Nel giorno del suo onomastico (patrono degli scienziati) e del compleanno di uno dei suoi tre figli, Marco, che lo ha salutato dicendo «papà, non sono triste perché tu mi hai insegnato ad essere felice». Poco prima era stato un altro figlio, Stefano, a ricordarlo come «presente in tutti i momenti della nostra vita».
E per tratteggiare la figura di una persona dallo stile «stringato, concreto, intenso, efficiente» che ha guidato la città dal 1994 al 2002, don Malinverno ha raccontato il suo ultimo incontro con Botta, una ventina di giorni fa: «Gli ho chiesto "Come va?" e lui mi ha risposto "Va. Da domani inizio un'altra chemio". "Prego per te" gli ho detto e lui ha risposto "Grazie, c'è bisogno"». Poi ha aggiunto: «Alla fine della vita si capisce chi è un uomo» e non per nulla lo ha ringraziato «a nome di tutta la città».

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