Apre l'ennesimo negozio dell'oro
E per la crisi c'è chi vende la fede

Il 65 per cento dei clienti è donna. Mercato in forte crescita a Como: +30 per cento l'anno

COMO La crisi si fa sentire. Il desiderio e, in molti casi, perfino la necessità di realizzare denaro contante sono ormai affari di tanti.
A Como, come del resto in ogni parte d'Italia, la vendita degli oggetti d'oro è in continuo aumento, complice il prezzo favorevole e - come negarlo - un momento storico in cui il portafoglio piange e, di conseguenza, ci si arrabatta come meglio si può. Anche vendendo ciò che si ha di più caro. Per molti, almeno, è così. Nel nostro Paese, i negozi che acquistano oro sono ben 5mila. Un mercato in deciso sviluppo, con un 30% in più di clientela nel corso del 2011 a rappresentare un dato che non può non far riflettere. Il rifiorire dei cosiddetti «compro oro» è, dunque, sotto gli occhi di tutti. Il prossimo ad aprire i battenti, nella mattinata di sabato, sarà il nuovo punto «Oro Cash» di via Canturina, ad Albate. Con questo, nella sola città di Como, saranno quattro gli esercizi dello stesso marchio. A questi se ne aggiungono numerosi altri che, sotto insegne differenti, attendono quotidianamente centinaia di potenziali clienti. Dal centro alla periferia, nelle città e perfino nei paesi del Comasco, i punti dove è possibile vendere oro non si contano. Una statistica vera e propria da cui partire non c'è. Difficile ragionare su numeri e fatturati, ancor più parlare con chi possa dare dettagli che vadano al di là delle semplici sensazioni.
Una ricerca sulla clientela tipo della provincia di Como, però, tratteggia un identikit abbastanza nitido. Il cliente tipo è una donna. Il 63,32% del campione appartiene infatti al gentil sesso; gli uomini, invece, sono solo il 36,68%. In termini d'età, il 25,3% dei clienti ha tra i 40 e i 50 anni, il 21,7% tra i 30 e i 40 anni, il 20,89% meno di 30 anni e il 17,24% tra i 50 e i 60 anni. Oltre i 60 anni sta la restante parte del campione, pari a poco più del 15%.
I negozianti fanno della riservatezza della loro attività uno dei punti di forza, non ne parlano volentieri.
 Certo è che i 21 euro al grammo pagati per l'oro da 14 carati, i 27 per quello da 18 carati e i 37 euro per i 24 carati rappresentano valori potenzialmente invitanti. Questo, sia per chi è in seria difficoltà e decide di vendere l'anello, la catenina o il bracciale, sia per chi, invece, ha nel cassetto gioielli che non ama più e che, complice l'impennata del prezzo dell'oro, hanno paradossalmente acquisito più valore di quel che avevano al momento dell'acquisto. «Un mercato dell'usato - afferma Maurizio Farumi, del "Mercato oro e orologio" di via Mentana - c'è sempre stato. Da tre anni sono a Como, dopo aver lavorato a Milano e in Svizzera e, a più riprese, si sono registrate delle crescite temporanee. Di certo la crisi ha spinto numerose persone a vendere i propri oggetti d'oro. Seppur in aumento, si tratta, comunque, di una percentuale minoritaria rispetto al totale della clientela».

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