Soprano comaschi
L'impero del terrore

Ecco come i boss della 'ndrangheta condannati sabato hanno preso il potere della provincia di Como

COMO Devi fare una scelta, sussurra papà Salvatore nella stanza colloqui del carcere dove il figlio, Simone Di Noto, è detenuto. Una scelta tra il continuare a far parte della 'ndrangheta oppure «trovarsi un lavoro normale a mille euro al mese. Sei disposto a vivere così?». Mai.
I Soprano di Como, condannati a pene pesantissime al termine dell'udienza preliminare a carico di 118 presunti affiliati della 'ndrangheta, sono allergici al lavoro. Al punto da spingere il giovane Simone, che con il padre Salvatore Di Noto è proprietario del maneggio "La Masseria" di Bregnano, a preferire il rischio della galera a un lavoro onesto. Entrambi sono stati condannati a 8 anni di carcere, in continuazione con una pena a 4 anni in parte già scontata.
Allergia al lavoro, si diceva. Come Rocco Cristello, una casa a Cabiate, braccio destro del capo della locale di 'ndrangheta di Mariano Comense Salvatore Muscatello. Di lui l'antimafia scrive: «Non svolge attività lavorativa, se non una saltuaria collaborazione nella vendita di auto con vari concessionari della zona». Cristello è «il mio calabrese» citato da Ivano Perego per impressionare i concorrenti: «C'ho un calabrese più forte, io». Così forte che il giudice, pur tenendo conto della riduzione di un terzo della pena per la scelta del rito abbreviato, lo condanna a 10 anni di reclusione (sarebbero stati 15, in dibattimento). Otto gli anni inflitti al fratello, Francesco Cristello, anche lui affiliato a Mariano, a testimonianza che nella 'ndrangheta ci lavorano famiglie intere.
A Erba sono maestri, in ciò. Pasquale Varca, che tra associazione mafiosa, minacce, usura, estorsione, traffico di droga, detenzione di armi s'è preso ben 15 anni di reclusione, ha letteralmente affollato la locale di familiari: il nipote Luigi Varca (9 anni e 4 mesi), il figlio Francesco (9 anni e 2 mesi di carcere), il cognato di quest'ultimo Francesco Tonio Riillo (6 anni e 8 mesi), il cognato del capo, Aurelio Petrocca (9 anni e 2 mesi). Su tutti loro Pasquale Giovanni, affiliato con la dote del "trequartino", una delle più importanti nella gerarchia della 'ndrangheta, legato alla cosca degli Arena-Nicosia di Isola Capo Rizzuto. Lui, assieme al braccio destro Franco Crivaro, è l'indiscusso soprano di Erba.

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