Como, la storia del bolide
finito pignorato sul lago

In un capannone fuori città (a Carugo, per l'esattezza) giace da un mese e mezzo un motoscafo gigante, un mastodonte tutto carena e cavalli del valore di circa mezzo milione di euro, che serve (o serviva) per le gare di offshore: ecco la sua storia

COMO - In un capannone fuori città (a Carugo, per l'esattezza) giace da un mese e mezzo un motoscafo gigante, un mastodonte tutto carena e cavalli del valore di circa mezzo milione di euro, che serve (o serviva) per le gare di offshore.

Nessuno sa se ancora gli sarà consentito di planare a 150 all'ora solcando le acque del mare: lo scorso 14 ottobre, quando avrebbe dovuto scaricare tutti i suoi cavalli solcando quelle del lago, questo gigantesco motoscafo finì pignorato prima ancora di poter prendere parte alla prova del campionato mondiale in programma proprio qui, sul Lario.

Il pignoramento fu la conseguenza di un debito contratto dal team che lo impiegava, il Team Giorgi Offshore, i cui responsabili dovevano circa 60mila euro a una ditta di Modena, la Skema srl, specializzata nella realizzazione di motori. Ora: a prescindere dalla effettiva consistenza del debito, il tribunale qualche errore deve averlo commesso, se è vero, come sostiene l'avvocato cremonese Lorenzo Fumagalli, che lo scafo non appartiene al team ma alla società Gasasorize ltd, una società di Dubai che glielo aveva noleggiato e che con i debiti del team non c'entra proprio nulla. Non a caso, in questi giorni, Fumagalli le sta provando proprio tutte per ottenere la "liberazione" dell'offshore. Che tra l'8 e il 10 di dicembre, cioè tra un paio di settimane scarse, avrebbe dovute essere pilotato nell'ultima gara della stagione, in programma proprio a Dubai, dove probabilmente non arriverà mai.

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