Mostra a Monza
per Ugo Galetti

Ugo Galetti è nato a Mantova (1898) e poi cresciuto in Brianza, dove «è stato tante cose, ha fatto tante cose, per Monza, per Milano, per la cultura. È stato un uomo che ha partecipato al suo tempo sentendosi fino in fondo testimone della realtà». Per lui una mostra in galleria civica a Monza fino all'8 gennaio.

Monza - Puntuale come il Natale arriva alla galleria civica di via Camperio la mostra che l'ufficio cultura, sotto l'ala dell'assessore Alfonso Di Lio, realizza con la collaborazione dell'immobiliare Totem per il “Calend'arte” cittadino, un calendario che parte da una mostra per affrescare i mesi del 2012 con le opere di un artista strettamente legato a Monza. Un anno fa era stato il jazz di Giancarlo Cazzaniga, quest'anno sono i colori di Ugo Galetti, mantovano di origine ma cresciuto sotto l'ombra di Teodolinda.

Nato negli ultimi conati dell'Ottocento a Mantova (1898) e poi cresciuto in Brianza per morirci nel 1969, Galetti - ricorda l'ufficio mostre - «è stato tante cose, ha fatto tante cose, per Monza, per Milano, per la cultura. È stato un uomo che ha partecipato al suo tempo sentendosi fino in fondo testimone della realtà, interessato soprattutto alle persone, all'umanità che dava vita al teatro di cui si sentiva parte intima ». I suoi ricordi e i suoi disegni monzesi sono diventati un libro non molti anni fa, pubblicato da Viennepierre edizioni, dove ha «raccontato molti dei personaggi che avevano animato la cosiddetta “scuola monzese” di fine Ottocento e poi ha visto crescere nella sua città d'adozione i pittori del Coenobium e di Novecento: Anselmo Bucci, Leonardo Dudreville e altri che avrebbero svecchiato la pittura a Monza e influenzato l'arte italiana di un'intera epoca».

Artista ma anche critico, Galetti è passato da Monza a Milano per vivere gli anni «di grande fervore culturale e a contatto con gli artisti che gravitano intorno al Giamaica (il celebre locale di Brera, culla delle avanguardie del secondo dopoguerra milanese, ndr), ne accrescono la dimensione artistica e lo tengono aggiornato sulle tendenze e i movimenti artistici che nascevano (o morivano) in Italia e all'estero. Di questa sua consapevolezza - scrivono ancora gli organizzatori della mostra - di questa sua capacità tecnica a stare al passo con la grande arte ci sono rimaste prove grandi e riuscite in alcuni suoi dipinti, nei quali egli ”sperimenta” temi e tecniche di tendenze artistiche ora storicizzate», che passano dal realismo magico alla nuova oggettività di matrice tedesca.

Le opere di Galetti conservate dai musei civici diventano ora una nuova mostra conclusa nell'arco del periodo festivo e tradotta nel calendario di Totem: fino all'8 gennaio da martedì a venerdì dalle 15 alle 18, sabato e festivi anche dalle 10 alle 12. Ingresso libero.
Massimiliano Rossin

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