Corsa al pieno in Svizzera
Perso un milione al giorno

Tra giovedì è domenica centomila comaschi ai distributori elvetici. Lo Stato italiano ci ha rimesso in media 40 euro di accise ad automobilista

COMO - Benzina, una fuga di capitali da un milione di euro al giorno si è verificata tra l'area comasca di confine e il Canton Ticino nel ponte dell'Immacolata, tra giovedì e domenica. Sembra un paradosso, proprio nel momento in cui il Governo Monti raschia oltre il fondo del barile per riequilibrare i conti. 
Ma almeno quattro milioni di euro sono espatriati: erano nei portafogli di centomila automobilisti che, a serbatoi vuoti, sono entrati nel Vicino Cantone dagli otto valichi comaschi, hanno fatto il pieno di benzina o di gasolio negli impianti di Chiasso, del Mendrisiotto e del Luganese. Una cifra che potrebbe essere ridimensionata del 20%, ma che è gonfiata sabato, quando la benzina nei chioschi ticinesi costava in media 1,31 euro al litro contro gli 1,70 in Italia. Ieri, è risalita ad 1,36 euro.
Di fatto, su ogni litro di carburante erogato in Ticino agli italiani, il nostro Erario ha perso 70,4 centesimi di accisa e 12,5 centesimi di Iva, oltre all'Irpef che pagherebbero petrolieri, distributori e gestori. Totale, almeno 1,05 euro di imposte. Se, in media, ogni automobilista ha fatto 40 litri di benzina in Svizzera, non ha dato allo Stato italiano 42 euro, da moltiplicare per 100mila, a parte il mancato guadagno per i nostri benzinai e la filiera nazionale.

Leggete l'approfondimento su "La Provincia" in edicola oggi (14 dicembre 2012)

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