«Perché tanti chilometri?
Pranzo sempre a casa»

Presidente Carioni come sta?
«Male, malissimo».
Perché? «Beh, con quello che scrivete voi giornalisti».
Ma allora alle domande risponde?
«Certo che rispondo». Ma il registro non lo rende pubblico? «No, il registro no. C'è la privacy». La privacy? «Sì, la privacy... Se per esempio vado da Bossi, ci vado per motivi politici. Le sembra giusto pubblicare un registro su quel che fa il presidente?».
E la trasparenza?
«Il dato sui chilometri lo abbiamo diffusi. Mi sembra sufficiente. La giunta ha deciso di non diffondere il registro, io sono disposto a rispondere alle vostre domande, ma poi vi prego, chiudiamola lì. E quando avrete finito, iniziate a preoccuparvi della soppressione delle amministrazioni provinciali. Quella sì che è una autentica tragedia».
Il presidente Leonardo Carioni risponde alle domande de La Provincia  e invita a fare un calcolo per giustificare la gran parte dei 34mila chilometri percorsi in meno di un anno dalla sua auto blu: «Prima di tutto non ho rimborsi. Quindi non ho alcun interesse a esagerare i chilometri. Ma c'è un punto, da chiarire. Tutte le mattine, Sebastiano, che è il mio autista, viene a prendermi a Turate, e sono 26 chilometri. All'ora di pranzo mi riporta a casa e fanno 52. Poi alle 3 mi riporta in Provincia e la sera mi riporta a casa, e fanno 104. Moltiplichi non per 365 giorni ma per 230 e sono già quasi 24mila».
La spiegazione dei 10mila chilometri che mancano da percorrere nei restanti 135 giorni è la seguente: «È vero che sono stato malato. Ma quando sono stato malato l'autista è venuto spesso a casa mia a farmi firmare le carte. In agosto era malato lui, così veniva un altro autista, l'Eugenio, con un'altra macchina. Se poi volete sapere se ho usato l'auto blu per andare a Expo, la risposta è no; per andare a Sviluppo sistema fiere, la risposta è no. Per Pedemontana a Milano la risposta è sì. Se è per quello l'ho usata anche per andare a Mantova, a Lodi o a Sondrio quando c'erano le riunioni dell'Upl, l'Unione province lombarde. Lì la sede cambia sempre, e quando torni a casa sono già 150 chilometri». Nella lista ci sono viaggi a Torino («da Cota»), a Roma («una volta in auto una in treno»), in Canton Ticino («per studiare come governano»).
«Ecco il conto è presto fatto. Per andare in vacanza ho usato le mie auto, ne ho tre, non mi mancano certo - conclude il presidente -. E i miei assessori, mi creda, nessuno ha lucrato. Ma il registro resta segreto. Che poi, stiamo cercando la delibera del 2002, quando mi sono insediato. Il segretario disse: il presidente non deve rendere conto a nessuno di come usa l'auto. Se poi il Sebastiano tiene un registro non lo so. Ma io ho la coscienza pulita».
Anna Savini

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