Auto blu, finanza in Provincia
Ma il registro di Carioni non c'è

La Procura della Repubblica ha aperto un fascicolo di indagine sull'utilizzo delle auto di rappresentanza dell'amministrazione provinciale. Ieri mattina la guardia di finanza è entrata a Villa Saporiti.

COMO La Procura della Repubblica ha aperto un fascicolo di indagine sull'utilizzo delle auto di rappresentanza dell'amministrazione provinciale, quella del presidente Leonardo Carioni e quella in uso alla giunta.
Ieri mattina la guardia di finanza del nucleo di polizia tributaria di Albate è entrata di buon'ora a Villa Saporiti, Carioni presente. Ifinanzieri avrebbero acquisito tutta la documentazione disponibile e avrebbero chiesto di poter parlare con un autista, "prelevato" e ascoltato a lungo.
Sugli esiti degli accertamenti filtrano pochissimi dettagli, almeno in questa fase, ma è chiaro che la Procura vuole verificare se esistano o siano esistite forme di abuso. «È accanimento - ha detto Carioni - Non ho mai avuto nulla da nascondere, meno che mai sull'utilizzo dell'auto di rappresentanza».
Secondo quanto si è appreso, i finanzieri avrebbero in particolare richiesto i registri concernenti l'utilizzo delle due auto blu in uso all'ente, quella del presidente e quella riservata ai membri della giunta. L'esito della richiesta è stato per certi versi sorprendente. Perché i due funzionari ascoltati dalle fiamme gialle - e cioè Marco Testa, dirigente del settore Economato, e Matteo Accardi, responsabile del settore Affari generali - avrebbero risposto che il registro della macchina di Carioni non esiste. Il motivo? Accardi e Testa avrebbero sostenuto che l'Audi è utilizzata dal solo presidente, e pertanto non c'è bisogno di compilare alcuna scheda.
La risposta cozza con l'esito della richiesta già avanzata nei giorni scorsi da  diversi organi di informazioni che chiedevano di poter prendere visione del registro del veicolo "presidenziale". Proprio Testa era stato cortesemente irremovibile nel sostenere che il registro, quello stesso che oggi si scopre inesistente, conteneva dati suscettibili di «rielaborazione», e che pertanto non avrebbe potuto essere diffuso.

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