Protesta per la Pontelambro
Otto giorni per salvarsi dal crac

La situazione per la Pontelambro è grave. Dice il sindaco di Ponte Lambro: «Si sono dati tempo otto giorni per dare una risposta concreta sul futuro aziendale. La situazione è molto grave e ci sono solo due strade da percorrere: il fallimento o un concordato preventivo che, come vorrebbe l'azienda, scongiuri la chiusura».

PONTE LAMBRO L'impegno a comunicare entro otto giorni, vale a dire venerdì prossimo, la decisione finale in merito alla prosecuzione dell'attività dello stabilimento di piazza Puecher non è stato sufficiente. I lavoratori della Pontelambro Industria hanno deciso di mostrare i muscoli e, nonostante la decina di giorni di sciopero già alle spalle, si sono detti intenzionati a proseguire finché l'amministratore unico dell'azienda, Stefano De Marinis, non chiarirà se il futuro prossimo dell'impianto sarà un concordato preventivo, oppure il fallimento.
Ieri mattina, davanti al prefetto di Como, Michele Tortora, al sindaco di Ponte Lambro, Andrea Cattaneo, e ai rappresentanti dei lavoratori, De Marinis si è limitato a prendere tempo. «Si sono dati tempo otto giorni - dice il sindaco Cattaneo - per dare una risposta concreta sul futuro aziendale. La situazione è molto grave e ci sono solo due strade da percorrere: il fallimento o un concordato preventivo che, come vorrebbe l'azienda, scongiuri la chiusura».
I tempi sono stretti. La pazienza dei lavoratori è al limite, non fosse altro perché dall'incontro in prefettura si sarebbero attesi risposte che, al momento, non sono arrivate. Dal presidio di via Volta, i 96 lavoratori si sono spostati nel pomeriggio a Ponte Lambro. Lì, in assemblea, hanno deciso di continuare lo sciopero a oltranza, consapevoli che ciò significherà per loro perdere ancora una settimana di stipendio, dopo la decina di giorni già persa fin qui.

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