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Giovedì 19 Aprile 2012
Como al Salone del mobile
Lo stile classico punta ai numeri
Nel giorni di apertura gli artigiani del classico, in generale, appaiono meno ottimisti delle imprese industriali, che si dichiarano invece soddisfatte per l'alto numero di contatti.
In uno dei settori più scenografici della rassegna, quello dedicato al classico che piace tanto a russi, orientali, nordeuropei e americani, nello spazio delle collettive ci sono anche le 18 aziende comasche del gruppo "Altoclassico" del Centro di Promozione Brianza coordinato da Enrico Radice, imprese sempre più orfane dei distributori, che chiudono per crisi, e sempre più fornitrici degli studi d'architettura che chiedono il "su misura" e oggetti d'arredo di alta gamma per i privati. Nel giorni di apertura gli artigiani del classico, in generale, appaiono meno ottimisti delle imprese industriali, che si dichiarano invece soddisfatte per l'alto numero di contatti.
Per loro, a inizio pomeriggio i corridoi degli stand si presentano semi-deserti; al mattino era andata un po' meglio, con diversi giapponesi in circolazione.
Un effetto, ci spiegano, del primo giorno «che in questo settore non è mai affollato», ma, di certo, anche un effetto della crisi che causa «la scomparsa di distributori e grossisti, con la Cina che entrata prepotentemente nel nostro settore, con un'invasione da prezzi stracciati», dice Clara Galotta, della "3G sas" di Bregnano, 7 dipendenti, che col fratello Massimo è un'instancabile globe trotter per piazzare in mezzo mondo i suoi complementi d'arredo in ottone pressofuso. Fatte le debite proporzioni, di nuovo gli artigiani si rivelano i bersagli terminali di problemi denunciati anche dai grandi industriali del settore, dato che all'inaugurazione del Salone anche il presidente di Federlegno, Roberto Snaidero ha ricordato le insidie cinesi e il progressivo calo dei distributori.
Ma tengono duro «spingendo sulla qualità - spiega Massimo Galotta -, infilandoci nei grandi contract internazionali e puntando ormai solo sull'estero». In fiera, spiega, ben vengano le collettive: con Altoclassico abbiamo dovuto pensare solo ad allestire il nostro stand, senza pensieri sulla parte burocratica. Fino all'anno eravamo nel gruppo di Milano Style (il gruppo organizzato fino all'anno scorso dal Clac, poi trasformato in Clab con la partecipazione delle Camere di Commercio di Como e Monza, ndr), che i clienti conoscevano da anni e di cui stamane in molti ci hanno chiesto ragioni dell'assenza".
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