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Giovedì 19 Aprile 2012
Bianchi: «Crisi di civiltà
Ripartiamo dal dialogo»
Il priore di Bose alle Primavere della Provincia: «Ritroviamo fiducia ripartendo dalla coppia e dall'amore. Bisogna riscoprire anche il confronto con le altre culture»
Bianchi è arrivato nella Basilica di San Fedele verso le 20.20. Ad accoglierlo monsignor Angelo Riva, vicario diocesano per la cultura, e Carlo Calori, parroco di San Fedele, assieme al presidente e al direttore de "La Provincia", Massimo Caspani e Diego Minonzio. In pochi minuti la chiesa romanica si è riempita di oltre 500 persone.
L'analisi di Bianchi è partita dalla fine degli anni Sessanta, quando «emerse il bisogno della soggettività»: «Una grande conquista», ha detto, citando in particolare i diritti acquisiti dalle donne e dei lavoratori, "ma a partire dagli anni Settanta questa soggettività si è corrotta dando origine a un soggettivismo. Questo dà il volto, oggi, alla nostra società".
Proprio nel '68 arrivavano i primi confratelli e le prime consorelle nella comunità di Bose. Oggi sono circa 80 e c'è anche qualche ventenne. Ma il mondo attorno è molti diverso. "Tutti si lamentano della precarietà del lavoro - incalza Bianchi -, ma abbiamo il coraggio di dire che precari sono i legami, che precarie sono diventate le storie d'amore?".
Se vogliamo dare un futuro alla società Occidentale, la prima via di umanizzazione suggerita dal Bianchi e quella del recupero della fiducia tra uomo e donna, e viceversa. "Ciò che determina il nostro futuro è se noi possiamo trovare persone in cui riporre fiducia - sottolinea il priore di Bose -: ecco l'importanza di una famiglia, l'importanza di un padre e di una madre".
Il secondo cammino di umanizzazione è nel rapporto con gli immigrati. «Sono i poveri che corrono verso il pane e non il pane che corre verso i poveri, finché noi saremo più ricchi loro verranno da noi».
Bianchi ha toccato anche un tema di grande attualità per Como: quello della costruzione delle moschee. «Si sente dire che loro vogliono costruire i loro luoghi di culto qui e non ce li lasciano costruire nelle loro terre: era vero dieci anni fa, ma ora negli Emirati Arabi ci sono quasi più chiese che moschee". Inoltre, ha aggiunto Bianchi, "non c'è bisogno di invocare la reciprocità, ma crediamo come Gesù Cristo alla gratuità».
«L'ultima via di umanizzazione è incontrare l'altro per etica». Anche in questo caso Bianchi crede nella possibilità di un dialogo e di un incontro tra cristiani e laici. E ha citato un altro esempio concreto: il lavoro domenicale. «Noi cristiani dobbiamo spiegare in termini umani, non teologici, perché difendiamo certe posizioni: senza la domenica di riposo per tutti dove vanno gli incontri tra le persone?».
«L'umanità - conclude Bianchi - è veramente noi siamo gli altri e solo insieme agli altri si diventa più umani».
Pietro Berra
I prossimi appuntamenti: Giovedì 3 maggio, "Identità e comunità, Storie di patrie, di terre e di confini; Monika Bulaj, fotografa Giuseppe Frangi, critico d'arte Ambra Garancini, presidente di Iubilantes. Giovedì 17 maggio, "Europa: vecchi confini, nuove frontiere", Franco cardini, storico, Diego Minonzio, giornalista e direttore de La Provincia, Franco Cattaneo, giornalita. Giovedì 24 maggio, "Terra, corpo e spirito, muscia e parole", Antonella Ruggiero, Cantante, Lucilla Giagnoni, attrice, chiesa di San Giacomo
Si prenota sul sito Le primavere di Como
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