Pasti d'oro in Ca' d'Industria
Sì del Tar alla mensa interna

Primo round al nuovo Cda, no alla sospensiva chiesta dall'ex gestore. I 23 dipendenti che lavoravano per Fms sono rientrati in servizio

COMO Ca' d'Industria, il servizio pasti continuerà a essere gestito in proprio. Lo strappo con la Fondazione non è stato ricucito: nel giro di 24 ore, il Tar ha respinto la richiesta di sospensiva presentata da Fms Srl, la Società che due anni fa aveva vinto l'appalto del servizio, con un minimo garantito di 180mila pasti all'anno per dieci anni ed ha rinviato la causa di merito ad altra data.
Il consiglio d'amministrazione presieduto da Paolo Frisoni, ha annullato la procedura che aveva portato all'appalto e, di conseguenza, dal primo maggio è decaduto il contratto. Messa alla porta, Fms non ci sta: il contratto è valido, sostiene, il titolo per continuare ad esercitare il servizio è pieno e s'è rivolta al Tar per chiedere di sospendere il provvedimento di Ca' d'Industria, intravedendo elementi di arbitrio e di illegittimità.
«La richiesta di sospensiva del nostro provvedimento è stata respinta e devo ringraziare, prima di tutto, i nostri legali che hanno difeso il consiglio d'amministrazione, ma anche Ca' d'Industria. Hanno trovato la traccia per uscire da una situazione troppo onerosa», sottolinea Paolo Frisoni. «La battaglia legale, tuttavia, è solo all'inizio e non ci facevamo, né ci facciamo, illusioni - continua - L'ordinanza del Tar è un punto a nostro favore. Forse è il secondo: è vero che siamo stati raggiunti da un decreto ingiuntivo da 390mila euro per saldare le fatture che ci siamo rifiutati di saldare, in quanto comprendevano pasti non erogati. Ma è anche vero che il Tribunale non ha concesso l'immediata esecutività».

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