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Martedì 08 Maggio 2012
Una sala da ballo in Napoleona
Ma senza musica al massimo
Un dancing e un ristorante al numero 50 di via Napoleona, al posto dei 2.500 metri quadrati adibiti dapprima a concessionaria d'auto e poi a rivendita di mobili. La domanda è in Comune
Titolare dell'iniziativa è Ignazio Sciarabba, esponente di una famiglia che gestisce la paninoteca ambulante che sosta di notte dalle parti della Ticosa e un locale all'inizio di viale Lecco, già gestore della discoteca di Grandate che ha chiuso perché coinvolta nel passaggio della tangenziale di Como. Ma è un nome stampato nelle cronache sia per un'aggressione a Lurate Caccivio, sia perché dipendente ed amico di Giacomo Brambilla il benzinaio ucciso e decapitato da Alberto Arrighi nell'armeria del centro.
«Più di un datore di lavoro e di un amico - dice Sciarabba, con voce incrinata di commozione - mi ha aiutato nei momenti più difficili della mia vita. Lo ricorderò per sempre».
Ed ora guarda al futuro: «Ho pensato ad un'attività nuova per Como, una città triste, dove non c'è niente per i giovani, ma anche per chi vuol ballare e divertirsi - sostiene - Penso ad una sala da ballo liscio, latino americano aperta dal pomeriggio alle 23, con scuola di ballo e ad un disco- bar per i giovani, dalle 23 alle 2,30. Ma niente musica a palla, prima di tutto il rispetto della gente che vive qui intorno».
E a questo affiancherà una scuola gratuita per barman o per d.j. per giovani, oltre a specifici corsi di ballo
«perché - spiega - i giovani vanno coinvolti in qualcosa che sia istruttivo e piacevole».
Il problema, però, è quello della viabilità e dell'impatto su via Napoleona, ad alta intensità di traffico. Non è ipotetico pensare ai rischi di pedoni che camminano o si ritrovano lungo un'arteria portante della circolazione.
«C'è un parcheggio di pertinenza del disco bar e del ristorante - afferma - ma soprattutto c'è l'autosilo della Val Mulini di fronte, collegato al sottopassaggio. È una struttura fortemente sottoutilizzata: gli avventori del nostro locale avranno il rimborso del ticket. Quindi, per loro, è conveniente non lasciare le auto a casaccio».
Leggi l'approfondimento su La Provincia in edicola martedì 8 maggio
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