Scola: «Sulle orme dei santi
Noi ritroviamo Cristo»

Chiuse le celebrazioni dell'anno Innocenziano. L'arcivescovo di Milano ospite ieri in Duomo. Coletti: sincera gioia e riconoscenza per la visita

COMO Il rapporto di profonda comunione fra Ambrogio e Felice, due santi, due vescovi alla guida delle due diverse diocesi di Milano e Como ha suggerito l'immagine attinente all'evento di ieri sera in cattedrale: si è detto commosso il cardinale Angelo Scola, evocando quel paragone  distante di molti secoli e ringraziando il vescovo Diego Coletti dell'invito a celebrare la chiusura dell'anno dedicato al beato Innocenzo XI, unico papa comasco nella storia della Chiesa. Sentimenti di "sincera gioia e riconoscenza" per la presenza del cardinale Scola anche in veste di metropolita delle diocesi lombarde, sono stati  espressi dal vescovo Coletti che ha salutato anche  tutte le autorità  e il vescovo Franco Festorazzi partecipe alla concelebrazione. La Chiesa appare come un popolo in cammino, un popolo che rivive nella radice dell'incontro di Gesù con i suoi primi discepoli - così ha ricordato il cardinale- E chi se non ai santi dobbiamo guardare tutti i giorni per cambiare e liberare la nostra vita personale e sociale?  Sulle orme dei santi possiamo ritrovare l'amore di Cristo, una domanda d'amore che raggiunge il nostro cuore mette in gioco la nostra risposta. In questo alveo la lezione di un figlio della terra comasca, di Benedetto Odescalchi pontefice in un periodo particolarmente travagliato e per certi versi paragonabile a quello attuale, di profonda crisi, suggerisce soprattutto l'impegno  nel difendere la libertà della Chiesa e nella riforma dei costumi. "La libertà della Chiesa e la libertà religiosa sono in cima alla scala delle libertà e  comprendono tutte le altre" ha suggerito Scola chiarendo che la Chiesa non identifica la sua libertà con un'egemonia, ma punta alla testimonianza. Un altro tratto significativo di Innocenzo XI, attuale anche oggi, è l'aver proposto un modello di sobrietà che indica anche a noi una strada di reale responsabilità. Offrire la nostra persona e impegnarci a portare l'Eucaristia, cioè il dono di se stessi, dentro la vita -così ha concluso il cardinale-delinea il compito per un rinnovamento personale e sociale.

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