Butti: «Gaddi è un perdente
Leghisti, aiutateci»

Il coordinatore provinciale del Pdl non intende lasciare dopo il crollo di voti registrato al primo turno. E a Rinaldin risponde: "E' un provocatore"

Su "La Provincia" in edicola domani (10 maggio) un'ampia intervista al coordinatore provinciale del Pdl Alessio Butti. Ne naticipiamo uno tralcio. Senatore Butti, il risultato al primo turno di Laura Bordoli e del Pdl è molto basso. Come lo spiega?
È cambiato il mondo. Le 24 liste, in buona parte di estrazione di centrodestra, hanno fatto impennare l'offerta. Il Pd, che tanto esulta, è al 15% cioè 10 punti sotto le previsioni nazionali. La Lega è quasi scomparsa, l'Idv pure. Il terzo polo ha registrato un flop clamoroso. L'eredità amministrativa, la crisi economica, l'appoggio a Monti, l'insoddisfazione per l'operato del governo Berlusconi, tutto ciò ha determinato un risultato urticante.
Cinque anni fa Forza Italia e An alle amministrative in città superavano il 43%, oggi il Pdl si ferma al 13%. Quanto ha pesato l'operato di Bruni e della sua giunta?
Abbiamo pagato duramente gli ultimi cinque anni di amministrazione, iniziata quando il Pdl non era neppure nei sogni. L'alta astensione da parte di elettori tradizionalmente di centrodestra è un monito, ci fa capire che il nostro elettorato è scontento. Speriamo di convincerli per il ballottaggio, perché gli ultimi cinque anni sono stati negativi ma se vincesse la sinistra sarebbe peggio.
I partiti sono in crisi, non avreste dovuto puntare di più sulla società civile, nella lista del Pdl o con una seconda lista?
Tutti hanno la presunzione di rappresentare la società civile, ma la società civile dov'è? Abbiamo scelto coraggiosamente di presentarci da soli, assumendoci anche responsabilità non nostre, dopo aver svolto le primarie, dopo aver ripulito le liste, dopo aver approntato un programma di qualità. Evidentemente il percorso non è stato compreso.
E' stato un errore non aver staccato la spina in anticipo all'amministrazione Bruni?
Il commissario, da tecnico, avrebbe fatto anche di peggio riproponendo localmente la freddezza del premier tecnico Monti. C'erano aperte questioni che l'amministrazione uscente contava di poter chiudere con successo. E poi è il consiglio comunale che sfiducia un sindaco, non i partiti.
Come coordinatore del partito, crede di avere delle responsabilità per il flop al primo turno?
Sicuramente e ne risponderò agli organi competenti di qualsiasi livello, non mi sono mai nascosto. La faccia è sempre la mia, come quando il Pdl raddoppiò la presenza in Regione e ben figurò alle amministrative del 2011. Ci sono momenti no e momenti sì. Il Pdl in provincia di Como ha una media ben superiore a quella registrata in giro per il Paese.
Rinaldin chiede le sue dimissioni: lascerà?
Siamo come foglie sui rami, tutti. Suggerirei serenità. Non sono mai stato incollato a nulla, fare il coordinatore è un onere oltre che un onore. Si celebri il congresso, al quale Rinaldin potrà candidarsi. Lui vive per il litigio, è riuscito a fare uscire dai gangheri persino un uomo mite come Sandro Bondi, che lo sospese da Forza Italia per alcuni mesi.

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