Elezioni Como, il Pdl alza il tiro
«Con la sinistra zingari e moschee»

A scatenare la bagarre un'iniziativa lanciata ieri da Bordoli e dal Pdl: una raffica di volantini, distribuiti in città e pubblicati su Internet. Lucini: non sanno più cosa fare

COMO La campagna elettorale si infiamma. Manca una settimana al ballottaggio e si consuma il primo vero scontro tra la candidata del Pdl Laura Bordoli e il candidato del centrosinistra Mario Lucini.
A scatenare la bagarre è stata un'iniziativa lanciata ieri da Bordoli e dal Pdl: una raffica di volantini, distribuiti in città e pubblicati su Internet (compaiono anche nel notiziario web del coordinatore provinciale Alessio Butti), per denunciare che «la città in mano alla sinistra sarà una città diversa». Esistono diverse versioni, tutte comunque tese a sottolineare quello che accadrebbe - secondo il Pdl - se Lucini divenisse sindaco: i centri sociali nelle circoscrizioni, i campi nomadi vicino casa, l'aumento dell'immigrazione, una moschea in città, l'addio ai vigili di quartiere. E ancora: aumento delle tariffe dei mezzi pubblici, aumento delle tasse comunali, pedaggio per entrare in città. «È accaduto a Milano con Pisapia e accadrebbe anche qui», è la tesi del Pdl.
Immediata la reazione di Lucini: «Il Pdl comasco è alla frutta. Letteralmente bastonato al primo turno e totalmente abbandonato anche dai suoi elettori, cerca un improponibile riscatto facendo leva sul più negativo sentimento, quello della paura, con volantini che paventano un futuro drammatico per la città con la vittoria della nostra coalizione. Siamo sdegnati per questo basso e subdolo attacco, basato su menzogna e ignoranza».

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