Le categorie: addio Pdl
"Meglio il moderato Lucini"

Artigiani, commercianti, industriali, piccoli imprenditori. La crisi del Pdl a Como nasce anche da un rapporto a dir poco problematico - negli ultimi cinque anni - tra l'amministrazione cittadina e le categorie. L'elenco degli scontri e delle polemiche è lunghissimo

COMO - Artigiani, commercianti, industriali, piccoli imprenditori. La crisi del Pdl a Como nasce anche da un rapporto a dir poco problematico - negli ultimi cinque anni - tra l'amministrazione cittadina e le categorie. L'elenco degli scontri e delle polemiche è lunghissimo.
I rappresentanti del mondo economico hanno messo sotto accusa a più riprese la giunta guidata dal sindaco Stefano Bruni e ora dicono di non essere stupiti dal crollo del Pdl, lasciando intendere - in qualche caso addirittura a taccuini aperti - che molti imprenditori in questa tornata elettorale hanno voltato le spalle al partito storicamente maggioritario in città (An e Forza Italia cinque anni fa raccolsero insieme il 43%). Voti in libera uscita che sono finiti alle liste civiche, a Sergio Gaddi, a <+nero>Mario Lucini< Oppure sono andati a ingrossare la percentuale degli astenuti.

Attacchi espliciti a Bruni sono arrivati, durante l'ultimo mandato, dall'allora presidente di Confindustria Ambrogio Taborelli, per nulla tenero sulla gestione della città tanto da arrivare a dire che le strade di Como «sono peggio di quelle di Bucarest».
Feroci le polemiche con i commercianti (in primis sulla pulizia e il turismo), per non parlare degli scontri con gli albergatori sul tema paratie o delle polemiche sollevate dagli artigiani sul caos dopo le nevicate.
Un'accusa arrivata spesso è stata quella di «non saper dialogare» e «non coinvolgere le categorie». D'altra parte, lo stesso documento presentato nei giorni scorsi dalle categorie ai candidati sindaco mette l'accento sui problemi irrisolti e dà un giudizio negativo sugli ultimi cinque anni. E così, in una città in cui il centrodestra ha sempre rappresentato un punto di riferimento per le categorie, il Pdl si ritrova al 13%
È cambiato il vento, se nemmeno Confartigianato (l'ex presidente Cornelio Cetti è stato più volte a un passo dalla candidatura, l'ex segretario Giorgio Colombo<è nella lista del Pdl) usa toni soft. «Mi aspettavo - dice il presidente Marco Galimberti - un risultato negativo del Pdl, è la conseguenza del malcontento che si respira in città, anche tra gli artigiani. Non ci sono state grandi novità in quell'area, tranne la lista di Gaddi, e molti hanno preferito premiare altre liste oppure non votare».
Il presidente dell'Api (piccole industrie), Tiberio Tettamanti, è stato commissario cittadino di Forza Italia: «Nessuna sorpresa, gli ultimi cinque anni sono stati pessimi e l'elettorato di centrodestra non è fedele a prescindere: se lo deludi, ti punisce».
Per il presidente di Confcommercio Giansilvio Primavesi «il Pdl ha tradito la città e per di più si è spaccato, c'è chi ha preferito Lucini».

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