Sisme, sindacati divisi
sui tagli anti crisi

Azienda e sindacati oggi tornano al tavolo in un clima di tensione, dopo la decisione dei vertici Sisme di rimettere sul tavolo l'ipotesi di delocalizzazione di alcune linee per ridurre il buco di 1,8 milioni di euro.
Le organizzazioni sindacali arrivano con proposte non unitarie sui tagli.

COMO Azienda e sindacati oggi tornano al tavolo in un clima di tensione, dopo la decisione dei vertici Sisme di rimettere sul tavolo l'ipotesi di delocalizzazione di alcune linee per ridurre il buco di 1,8 milioni di euro.
Le organizzazioni sindacali arrivano con proposte non unitarie sui tagli.
«Vedo complicato trovare punti d'intesa e proseguire il confronto, se l'azienda conferma l'intenzione di procedere con ulteriori delocalizzazioni e relativi esuberi, con la revisione del sistema premiante, l'aumento del contributo mensa a carico dei dipendenti, la revisione degli accordi sulla maggiorazione turni, la riduzione dei tempi standard - dichiara il segretario provinciale della Fiom Giuseppe Donghi - Chiedo a tutti, a cominciare dall'azienda che li ha rimessi in discussione, il rispetto degli accordi sottoscritti».
Fiom e Slai Cobas corcordano che: «A fronte del trasferimento di nuove linee - spiega Alessandro Costantino dello Slai Cobas - ci sia lo scambio dei lavoratori, che perderanno il posto, su nuove linee di produzione».<
Altro scoglio il premio di risultato, su cui la Fiom è categorica: «Siamo disposti a ridiscuterlo a patto che sia sostituito da un altro accordo, che richiede tempi più lunghi di quelli che l'azienda si è data».
Che non ci sia ancora una proposta sindacale unitaria lo ammette Alberto Zappa, segretario provinciale della Fim, che non esclude il ricorso a referendum.
«Non so se ci sia una posizione unitaria, lo scoprirò oggi prima dell'incontro, con la differenza che le altre organizzazioni sindacali conoscono le posizioni della Fim, esposte una settimana fa, su cui ho richiesto di esprimersi, ma questo non è avvenuto. Se siamo su una posizione comune va bene, diversamente ci si conta e i lavoratori si esprimeranno». Al tavolo, la Fim si siederà con la premessa che: «Bisogna prendere decisioni in base a quanto stabilito dall'accordo del 30 novembre, sottoscritto da azienda, sindacati e Confindustria».
In discussione anche la richiesta dell'azienda di onorare la fidejussione da 700 mila euro, tramite trattenute in busta paga, per cofinanziare la nuova linea Bosch in mancanza di proposte alternative di riduzione dei costi.

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