Como, mensa Ca' d'Industria
Da pagare subito 400mila euro

Decreto esecutivo sugli arretrati per i pasti erogati. Rischio pignoramento, Ex gestore al contrattacco. Frisoni: «Fondazione in difficoltà, non abbiamo i soldi»

COMO Una tegola da 400mila euro è caduta su Ca'd'Industria: la Società Fms, estromessa dal servizio pasti, chiede il pagamento immediato delle giornate alimentari di gennaio e febbraio.
E lo chiede con un secondo decreto ingiuntivo, per giunta esecutivo, stavolta: significa che sarà seguito da un atto di precetto e se non sarà rispettato neppure questo, la Società potrà procedere con il pignoramento di beni, mobili ed immobili. In pratica, può bloccare i conti in banca o può chiedere l'asta di fabbricati e terreni.
La prima ingiunzione
Sul primo decreto ingiuntivo, di pari importo, 390mila euro più gli interessi, il giudice del Tribunale di Como non ha concesso l'immediata esecutività.
Sul secondo, un altro giudice ha invece disposto il saldo immediato delle fatture non pagate e questo mette la Fondazione in «serie difficoltà», come afferma il presidente, Paolo Frisoni, che ha trasmesso la pratica ai legali per valutare un ricorso, tenendo conto che è aperta un'inchiesta della Procura sull'appalto del servizio pasti ad Fms, nel febbraio di due anni fa e che il Tar non ha sospeso il provvedimento con il quale il consiglio d'amministrazione ha revocato il contratto. «Il contratto è valido ed inoppugnabile», sottolinea Fms che ha chiesto al Tar di entrare nel merito ed ha impugnato l'atto con il quale il giudice amministrativo ha respinto la richiesta di sospensiva.
Ma per il consiglio d'amministrazione, il contratto rappresenta l'esito di una gara d'appalto anomala, in cui è stata accettata l'offerta di Fms per un minimo garantito di pasti, a prescindere dall'effettiva erogazione, benché il bando di gara non lo prevedesse. Perciò l'offerta non conforme al bando doveva essere ritenuta inammissibile: se cadono i presupposti, cade anche l'esito, afferma il consiglio d'amministrazione. «Al di là delle questioni legali - afferma Frisoni - la sostanza è una sola: noi non intendiamo pagare pasti non erogati, per non finire in dissesto. Possiamo pagare solo le giornate alimentari effettivamente servite».
I pasti non erogati
I "pasti finti"  per gli ospiti costano almeno 45mila euro al mese, cioè mezzo milione l'anno e fin dal suo insediamento, nel dicembre scorso, il consiglio d'amministrazione ha congelato ogni pagamento, per rifare tutti i conteggi fondati su 500 posti letto.

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